In un recente episodio giudiziario, il giudice Juan Merchan ha emesso una sentenza contro Donald Trump, un evento significativo che ha momentaneamente frenato l’influenza dell’ex presidente. Tuttavia, fedele al suo carattere combattivo, Trump ha prontamente reagito sui social media, proclamando la propria vittoria e descrivendo il verdetto come una “farsa spregevole”.

Trump ha attribuito la sconfitta dei suoi avversari a un’inutile “caccia alle streghe” orchestrata dai “democratici radicali”, accusandoli di aver sprecato ingenti risorse finanziarie e tempo. Secondo lui, avrebbero dovuto concentrarsi piuttosto sulla sicurezza dei cittadini di New York, piuttosto che su accuse che definisce fabbricate contro di lui. Trump ha sostenuto che tale decisione finale, che non lo vede condannato, dimostra l’inesistenza di un autentico caso legale contro di lui.

L’ex presidente ha associato la sua rielezione con un mandato plebiscitario alla convinzione del popolo americano che l’intero processo fosse illegittimo, accennando al caso Stormy Daniels come un fattore chiave nel suo ritorno alla Casa Bianca. Tra le varie accuse che lo coinvolgono, quella a New York è stata sempre considerata la meno solida, percepita da molti come un attacco politico piuttosto che legale.

In effetti, la situazione a New York è stata giudicata da molti come un procedimento debole, dato che Trump è stato incriminato da un procuratore democratico, Alvin Bragg, in uno stato a maggioranza democratica. L’indagine era iniziata nel 2019 e, nonostante vi fosse un scetticismo diffuso circa le sue probabilità di successo, è stato l’unico caso a giungere a conclusione.

Le altre due accuse federali contro Trump – riguardanti l’interferenza con la certificazione della vittoria di Biden e il possesso di documenti riservati a Mar-a-Lago – sono ancora in fase di definizione. Resta da vedere cosa accadrà con la pubblicazione del rapporto finale da parte del procuratore Jack Smith. Inoltre, il procedimento per ingerenze elettorali in Georgia è in stallo per questioni legate a conflitti di interesse.

Nonostante la sentenza abbia ricevuto critiche, anche da parte degli oppositori di Trump, essa rappresenta solo un parziale ostacolo per l’ex presidente, che si dimostra ancora determinato a invertire il verdetto. Sebbene non possa avvalersi del diritto di grazia a causa della natura statale del caso, i suoi avvocati sono pronti a presentare ricorso, contestando l’ammissibilità di alcune prove e appellandosi alla recente sentenza della Corte suprema che gli garantisce l’immunità presidenziale.

Potrebbe volerci un periodo lungo prima di conoscere l’esito del ricorso, specialmente se questo dovesse giungere fino alle deliberazioni della Corte suprema, la quale potrebbe, eventualmente, sovvertire la sentenza iniziale.

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