La complessità di una guerra risiede nella sua capacità di mettere le persone di fronte a scelte obbligate. In questo contesto, Donald Trump appare, agli occhi di molti in Europa, come un sostenitore di Vladimir Putin. Le dichiarazioni e le azioni presidenziali nei recenti conflitti tra Russia e Ucraina hanno risvegliato i timori ucraini e di numerosi loro alleati, alterando un equilibrio transatlantico che era alla base della sicurezza europea dal 1945. I politici europei stanno ormai comprendendo quanto profondamente sia mutato il panorama mondiale: devono fronteggiare un’America talvolta scettica, altre volte apertamente ostile verso il vecchio continente.

Se esistevano ancora dubbi sull’intenzione di Trump di ostacolare l’Europa, martedì scorso li ha dissipati accusando l’Ucraina di aver iniziato il conflitto con la Russia. Questa sfida alla realtà dell’invasione di Putin, avvenuta tre anni fa, ha sconvolto anche i più fedeli alleati americani nella regione. Un funzionario britannico ha definito la dichiarazione del presidente “sconcertante”, mentre un diplomatico europeo ha lamentato: “Ora ci troviamo tra un presidente russo che intende distruggere l’Europa e un presidente americano che sembra voler fare lo stesso.” A detta di alcuni, l’alleanza transatlantica è ormai compromessa.

Dopo quasi tre anni di sostegno alle forze ucraine durante la presidenza Biden, il nuovo inquilino della Casa Bianca sembra invece recitare copioni scritti da Putin. In una dichiarazione rilasciata mercoledì, Trump ha definito il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy un “dittatore” per non aver indetto elezioni, manifestando indifferenza per l’esito della guerra. Trump ha affermato che il conflitto è di maggior rilevanza per l’Europa che per gli Stati Uniti, sostenendo che “un vasto oceano ci separa”. Tali sentimenti, pur sconfortanti per gli europei, sono in linea con l’atteggiamento ostile che Trump ha mantenuto verso il continente sin dal suo ritorno al potere.

Nei suoi primi trenta giorni alla Casa Bianca, Trump e il suo staff hanno introdotto tariffe, ridimensionato l’UE, abbandonato i colloqui di pace in Ucraina e accolto nuovamente Putin nella comunità internazionale. A Bruxelles, alcuni diplomatici discutono l’idea, un tempo inimmaginabile, che gli Stati Uniti possano trovare un’intesa con la Russia al fine di destrutturare l’UE.

Durante i recenti colloqui tra delegazioni americane e russe in Arabia Saudita, le parti hanno affrontato i “problemi” della loro relazione, tra cui le sanzioni a Mosca per la guerra. Si è parlato inoltre di futuri accordi in ambito energetico e di investimenti, mentre l’UE ha deciso nuove sanzioni contro la Russia. La nuova realtà è chiara: l’America non è più dalla parte dell’Europa.

I partiti pro-Europa al Parlamento europeo hanno espresso la crisi con una dichiarazione congiunta. I principali gruppi politici hanno evidenziato la necessità per i paesi europei di agire rapidamente in termini di difesa e di supporto all’Ucraina, affermando che “la sicurezza dell’Ucraina è la sicurezza dell’Europa.” È fondamentale investire in un’architettura di difesa europea più efficiente.

Tuttavia, non tutti sembrano pronti ad accettare questa nuova realtà. Alcuni partiti, allineati ideologicamente a Trump, come il partito Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, non hanno sottoscritto la dichiarazione congiunta europea. Nel Regno Unito, Boris Johnson ha minimizzato le affermazioni di Trump, considerandole come un tentativo di spronare l’Europa all’azione. Anche il governo polacco spera che Trump non voglia realmente uscire dalla NATO, ma che voglia piuttosto che l’Europa assuma maggiore responsabilità per la propria sicurezza.

La strategia di Trump potrebbe essere intesa come tattica negoziale, ma rimangono aperte domande su chi trarrebbe beneficio dalle sue azioni. L’Ucraina e l’Europa sentono una pressione crescente, mentre i media russi si compiacciono. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, non è riuscita a comunicare con Trump nel suo primo mese di ritorno, mentre il Presidente ucraino Zelenskyy ha cercato di offrire risorse minerarie in cambio di supporto, senza successo.

Vi sono preoccupazioni sull’evoluzione del rapporto tra gli Stati Uniti e l’Europa. Trump ha suggerito l’uso della forza militare per prendere il controllo della Groenlandia, sollevando la prospettiva di un conflitto armato tra membri fondatori della NATO. Trump ha affermato che gli Stati Uniti sarebbero una “nazione in crescita” pronta a espandere il proprio territorio. Questi sviluppi richiamano riflessioni su un futuro incerto e sulla necessità di ridefinire le alleanze globali.

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