Durante una visita in Guatemala, Marco Rubio, Segretario di Stato degli Stati Uniti, ha offerto chiarimenti sulla proposta di Donald Trump riguardo alla situazione a Gaza. Secondo Rubio, il progetto del presidente americano implica un temporaneo allontanamento dei palestinesi per consentire una ricostruzione della Striscia, senza intenti ostili. Al contrario, Trump lo avrebbe considerato un gesto generoso, un’offerta di ricostruire e prendersi la responsabilità di tale processo.
Tuttavia, la Casa Bianca ha dichiarato, attraverso la sua portavoce Karoline Leavitt, che i contribuenti americani non sosterranno finanziariamente la ricostruzione di Gaza, indicando che Trump è attualmente in trattative con partner regionali per raggiungere questo obiettivo. Parallelamente, è stata sottolineata, dalla stessa portavoce, la mancata intenzione di Trump di inviare truppe sul terreno a Gaza, continuando invece con le negoziazioni regionali.
La proposta di trasferire temporaneamente i palestinesi ha suscitato reazioni contrastanti a livello internazionale. Paesi come Gran Bretagna, Francia, Germania e Spagna hanno ribadito la loro ferma posizione a favore di una soluzione che preveda due Stati, sostenendo che Gaza appartiene ai palestinesi. Anche l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp) ha respinto qualsiasi piano che implichi lo spostamento forzato dei palestinesi, insistendo sulla non negoziabilità dei loro diritti.
Il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar ha accolto favorevolmente la decisione degli Stati Uniti di non partecipare al Consiglio per i diritti umani dell’Onu, e ha annunciato il ritiro di Israele dalla stessa organizzazione, accusandola di discriminazione nei confronti del paese. Nel contesto di relazioni bilaterali, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha donato a Trump un cercapersone dorato, simbolo di una presunta operazione di successo in Libano contro Hezbollah, e Trump lo ha ringraziato definendolo un “grande leader”.
Nel frattempo, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi, ha definito “sorprendenti” le dichiarazioni di Trump su Gaza, mentre il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Abu Mazen, ha respinto l’idea di espellere i palestinesi dalla Striscia, sottolineando che essa è una parte fondamentale dello Stato palestinese.
La Russia ha ribadito la sua posizione secondo cui la soluzione del conflitto israelo-palestinese deve basarsi sulla creazione di due Stati, criticando le dichiarazioni di Trump. Anche l’Unione Europea, rappresentata dalla Vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno, ha giudicato inaccettabile il piano proposto dai Stati Uniti, definendolo un regalo per Hamas e altre organizzazioni terroristiche.
L’idea del presidente Trump, di rimuovere temporaneamente i palestinesi da Gaza per ricostruirla e trasformarla nella “Riviera del Medio Oriente”, ha dunque mobilitato una vasta gamma di reazioni internazionali e ha riacceso il dibattito sulla legittimità delle politiche nei confronti della popolazione palestinese.