In un’azione controversa, l’ex Presidente Donald Trump ha allontanato vari ispettori generali indipendenti che operavano all’interno delle istituzioni federali statunitensi, nel corso di un’operazione svolta di venerdì sera che ha sollevato molte preoccupazioni a Washington. Le fonti, che hanno preferito restare anonime, hanno confermato che questa mossa segna un significativo cambiamento nel quadro normativo di controllo all’interno del governo federale, mentre l’amministrazione Trump punta a consolidare la propria autorità in vista del secondo mandato.
Tra coloro che hanno subito il provvedimento, vi è Cardell Richardson Sr. del Dipartimento di Stato, il quale ha affermato di voler tornare al suo incarico, sottolineando che i licenziamenti potrebbero violare la legge federale. Egli ha manifestato l’intenzione di recarsi al lavoro, mentre una fonte interna ha confermato la situazione, rimanendo anonima per protezione delle informazioni condivise.
Le epurazioni avrebbero coinvolto circa una dozzina di ispettori generali, colpendo vari dipartimenti chiave tra cui Stato, Agricoltura, Trasporti ed Ambiente. Queste agenzie gestiscono risorse significative e sono fondamentali per la governance federale. Alcuni dettagli sui licenziamenti sono emersi da e-mail dell’Ufficio Personale del Presidente presso la Casa Bianca, che non hanno fornito spiegazioni esaustive per i destituzioni, indicando solo generiche “modifiche nelle priorità”.
In una dichiarazione sull’Air Force One, Trump ha sostenuto che non conosceva personalmente gli ispettori generali coinvolti, ma ha accennato a presunte inefficienze nei loro compiti. Alla domanda su possibili sostituti, ha risposto che si affiderà a persone qualificate, negando l’intenzione di posizionare lealisti in quelle cariche.
Tuttavia, critiche sono state sollevate da figure come Hannibal Ware, l’ispettore generale dell’Amministrazione delle Piccole Imprese, il quale ha sollevato dubbi sulla legalità dell’operazione, essendo richiesto un preavviso di 30 giorni al Congresso per tali cambiamenti. Ware ha consigliato la consulta con il Consigliere della Casa Bianca come passo successivo.
Diana Shaw, già ispettore generale temporaneo al Dipartimento di Stato, ha espresso profonda preoccupazione per questa svolta, temendo un indebolimento dell’autonomia e della neutralità degli ispettori generali. Ha descritto i licenziamenti come un passo indietro significativo che potrebbe minare l’efficacia di queste cariche nella sorveglianza governativa.
Inoltre, alcuni osservatori notano l’incoerenza nelle scelte dei licenziamenti visto che alcuni degli ispettori generali coinvolti erano stati originariamente nominati dal medesimo ex Presidente. Particolarmente sorpreso è stato l’allontanamento di Sean O’Donnell, percepito vicino a Trump stessa dai critici democratici.
Infine, la comunità politica ha osservato con attenzione la sorte dell’ispettore generale del Dipartimento di Giustizia, Michael Horowitz, che finora sembra non essere stato interessato dal provvedimento. La sua lunga esperienza e l’importanza delle indagini da lui condotte negli ultimi anni hanno mantenuto alta l’attenzione sulla sua posizione, benché finora non si siano registrati cambiamenti.