L’Europa si trova ad affrontare un significativo momento di cambiamento riguardo alla sua dipendenza dalle armi americane, un cambiamento alimentato soprattutto dalla politica dell’amministrazione Trump, caratterizzata da una certa imprevedibilità e continui attacchi ai partner della NATO. Alcuni alleati cruciali iniziano a ripensare i loro acquisti di armamenti, ponendo sotto pressione le vendite statunitensi che per decenni hanno fatto leva sul valore aggiunto della protezione americana, in particolare attraverso caccia e difese aeree.

Benché non siano stati presi provvedimenti drastici, segnali di allerta si stanno accendendo nelle capitali europee. Paesi come Portogallo e Canada stanno valutando l’acquisto del caccia invisibile Lockheed Martin F-35 Lightning II, mentre la Francia rinnova i suoi sforzi affinché gli stati europei preferiscano armi prodotte internamente.

In questo contesto, la Commissione europea ha svelato un piano di acquisti armati del valore di 150 miliardi di euro, con una significativa esclusione degli Stati Uniti. Secondo Gesine Weber, esperto del German Marshall Fund, “la vendita del F-35 o di altri sistemi americani risulterà più complessa.” Egli osserva che l’acquisto europeo del F-35 si basava sull’idea di una difesa ancorata a solide fondamenta transatlantiche. Tuttavia, l’amministrazione Trump sta minando questo legame, riducendo l’attrattiva delle soluzioni militari statunitensi.

Le azioni di Trump, includenti intenti di acquisizione della Groenlandia o idee riguardanti una possibile annessione del Canada come 51° stato, oltre alla posizione vacillante nei confronti degli obblighi NATO e la sospensione di aiuti cruciali all’Ucraina, hanno scosso gli equilibri europei. “Se continui a prendere a pugni i tuoi alleati, smetteranno di acquistare da te”, sottolinea un funzionario occidentale che preferisce rimanere anonimo.

L’industria bellica americana affronta rischi considerevoli, con figure come l’ex ambasciatore statunitense Greg Delawie che considerano le esitazioni di Portogallo e Canada sui F-35 come un forte avvertimento politico ed economico. Le vendite estere non rappresentano un semplice surplus; sono vitali per l’industria della difesa statunitense, avendo toccato quota 317 miliardi di dollari nel 2024. Un’allontanamento, seppur graduale, degli alleati verso altri fornitori potrebbe a lungo andare indebolire l’intero sistema difensivo americano, poiché non è solo una questione di vendita di armi, ma anche di mantenere un’influenza strategica globale.

La produzione dell’F-35 in Texas e del sistema Patriot in Florida rappresenta un forte legame con stati chiave negli Stati Uniti. Tuttavia, il ripensamento europeo riguardo l’affidabilità degli armamenti americani, sollevato dalle recenti visioni politiche, potrebbe innescare importanti cambiamenti nel futuro degli equilibri transatlantici.

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