Il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha recentemente dichiarato l’intenzione di imporre pesanti sanzioni economiche sulle importazioni di petrolio russo se Mosca non accetterà di porre fine al conflitto in Ucraina entro il prossimo mese. Durante un’intervista rilasciata alla NBC, Trump ha espresso una forte irritazione in seguito alle dichiarazioni del presidente russo Vladimir Putin, il quale ha chiesto la sostituzione di Volodymyr Zelensky con un governo di transizione supportato dalle Nazioni Unite.

Il presidente americano ha annunciato che, in assenza di un accordo per bloccare l’escalation in Ucraina, e attribuendo la responsabilità di ciò alla Russia, saranno applicate tariffe supplementari su tutto il petrolio importato dalla Russia. L’idea è quella di introdurre una tariffa variabile, dal 25 al 50 percento, che colpirebbe tutte le aziende che acquistano il petrolio russo, influenzando la loro possibilità di operare negli Stati Uniti.

Queste dichiarazioni giungono mentre l’Unione Europea ha già imposto un embargo sulle spedizioni di greggio russo tramite mare, una misura presa come risposta all’invasione orchestrata da Putin in Ucraina. Tuttavia, alcuni stati membri dell’UE, quali Ungheria e Slovacchia, continuano a importare petrolio via gasdotto, mostrando cautele nella piena attuazione dell’embargo. Al contempo, nazioni come la Turchia, la Cina e l’India hanno incrementato i loro acquisti di petrolio russo, trovando conveniente il prezzo ribassato del mercato.

Il commercio di petrolio russo non si ferma qui: il grezzo, raffinato in altri paesi, si trasforma in prodotti petroliferi come carburante, diesel e cherosene, venduti in tutto il pianeta, inclusi Stati Uniti ed Europa. Le parole di Trump contrastano con il recente clima di riavvicinamento tra Mosca e Washington, in cui la Casa Bianca aveva manifestato una certa apertura a ridurre le sanzioni se fosse stato stabilito un cessate il fuoco nel Mar Nero.

La proposta americana ha suscitato reazioni categoriche in Europa, dove i paesi restano contrari a riprendere l’acquisto di combustibili fossili dalla Russia senza una pace completa e giusta per l’Ucraina. In questo contesto, il Segretario di Stato, Marco Rubio, ha sottolineato che c’è ancora “molto lavoro da fare” prima di poter sperare in un livello di dialogo efficace per risolvere la crisi, segnalando la necessità di ulteriori sviluppi a livello tecnico.

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