Le dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, riguardo alla trasformazione della Striscia di Gaza in una sorta di “Riviera del Medio Oriente” hanno provocato una reazione negativa nel mondo arabo. La risposta di diversi paesi della regione non si è fatta attendere. Nella notte, il Ministero degli Esteri dell’Arabia Saudita ha espresso fermamente la sua posizione, avvertendo sia le amministrazioni americane precedenti sia quella attuale sui diritti inalienabili del popolo palestinese. Ha anche sottolineato che il regno saudita non instaurerà relazioni diplomatiche con Israele se alcune condizioni verranno violate.

In particolare, il Ministero degli Esteri di Riyadh ha chiarito la sua contrarietà verso qualsiasi soppressione dei diritti palestinesi, sia essa tramite la colonizzazione da parte di Israele, l’annessione di territori, o il tentativo di spostamento della popolazione palestinese. La posizione saudita su questo tema è stata definita “non negoziabile e non suscettibile di compromessi”.

Da parte palestinese, Sami Abu Zuhri, portavoce del gruppo militante Hamas, ha criticato aspramente l’idea di Trump, definendola “ridicola” e “assurda”, ponendo l’accento sul rischio di destabilizzazione dell’intera regione. La Striscia di Gaza ha vissuto più di un anno di conflitto totale, con le forze israeliane impegnate nell’eliminazione delle forze militanti di Hamas, in risposta a un attacco violento avvenuto il 7 ottobre 2023. Tale escalation ha causato un numero altissimo di morti e devastazioni a Gaza, fino al recente cessate il fuoco, in cui Hamas ha acconsentito al rilascio di prigionieri israeliani.

Il presidente Trump ha esposto il suo piano in una conferenza stampa tenuta a Washington, in presenza del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Il progetto prevede che gli Stati Uniti prendano il controllo della Striscia di Gaza, impegnandosi nella rimozione di esplosivi e armi pericolose presenti nell’area. L’obiettivo, secondo Trump, sarebbe quello di stimolare la crescita economica e creare opportunità lavorative per gli abitanti della regione. Tuttavia, le sue parole hanno sollevato preoccupazioni e critiche tra i paesi e i gruppi della regione coinvolti nel conflitto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *