Cari lettori, la settimana politica appena trascorsa ha lasciato un impatto notevole, specialmente con il ritorno di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti. La sua frenesia di ordini esecutivi e dichiarazioni iniziali hanno tracciato una direzione chiara e inequivocabile. Dall’Europa, molti guardano con apprensione a queste mosse, preoccupati dell’impatto che possano avere. Durante il suo discorso virtuale a Davos, ascoltato con tensione anche da Bruxelles e Berlino, i segnali lanciati da Trump sono stati chiari: gli Stati Uniti vogliono affermarsi con decisione, in particolare nel campo dell’intelligenza artificiale.
Questa “sveglia”, per usare le parole di un capitalista di rischio europeo, è arrivata come un vero e proprio schiaffo in faccia con il piano da 500 miliardi di dollari per l’IA. Michael Froman ha sottolineato che molti politici europei, durante il Forum di Davos, erano in “varie fasi del rifiuto”, mentre Maroš Šefčovič, responsabile del commercio dell’UE, ha riferito che l’Europa sta prendendo sul serio le preoccupazioni sollevate dall’amministrazione statunitense.
L’anno appena trascorso ha visto l’Europa, incluso POLITICO, interrogarsi su chi potesse diventare il nuovo interlocutore privilegiato di Trump. Con l’inasprirsi della situazione, appare forse più urgente per l’Europa trovare un negoziatore efficace per affrontare le sfide globali poste dalla nuova amministrazione americana.
Nel frattempo, uno studio intrigante ha rivelato come i sostenitori di Alexander Lukashenko in Bielorussia abbiano manipolato le migrazioni illegali verso l’UE. Questo articolo ha offerto una visione approfondita sulla strategia messa in atto dopo le controverse elezioni del 2021, svelando il cinismo dietro l’uso dei migranti come arma politica.
Dal fronte ucraino, la situazione rimane tesa e la fiducia nei confronti di Trump è cresciuta, con l’auspicio che possa costringere Vladimir Putin a negoziare per la pace. Mentre ci si chiede quale sarà il ruolo di Trump nel futuro conflitto, il mondo osserva nella speranza di una risoluzione pacifica.
Infine, i lavori dell’Unione Europea continuano a focalizzarsi sul Clean Industrial Deal, con il quale si spera di affrontare temi chiave quali energia, commercio e trasformazioni industriali.
L’attenzione è dunque puntata verso un futuro incerto, dove il dialogo e la diplomazia rimangono strumenti fondamentali per plasmare un domani più stabile e sostenibile.