Il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, ha delineato a Parigi un nuovo piano di pace per l’Ucraina, focalizzato su un ruolo predominante dell’Europa nel garantire la sicurezza del paese. Trump, infatti, rifiuta di coinvolgere direttamente l’America e la NATO nella difesa ucraina; l’onere di sostenere Kiev, anche militarmente, ricadrà sugli europei. Questa visione implica che le truppe europee debbano essere dispiegate per monitorare un eventuale cessate il fuoco, ponendo l’Europa di fronte alla necessità di assumersi responsabilità maggiori nella gestione della sicurezza del continente.
Parallelamente, l’Unione Europea ha firmato un importante accordo commerciale con i paesi sudamericani del Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay), dopo decenni di negoziati. L’intesa rappresenta un vento favorevole per il libero scambio, contrapposto a una tendenza mondiale al protezionismo. Per i paesi sudamericani, questo accordo offre un’opportunità di ingresso nel mercato europeo in un momento in cui temono una possibile chiusura dei mercati statunitensi.
Tuttavia, l’accordo UE-Mercosur attende ancora la ratifica da parte dei parlamenti nazionali e del Parlamento Europeo, dove potrebbe incontrare l’opposizione di diverse lobby, tra cui quelle agricole e ambientaliste. Il destino di questo accordo è emblematico di una più ampia sfida: l’Europa sarà capace di riempire quei vuoti lasciati dall’America più isolazionista di Trump?
La situazione in Ucraina rappresenta una questione ancora più pressante. Trump ha iniziato a delineare i contorni di una soluzione che garantisca a Kiev la possibilità di difendersi da future minacce russe, senza però la diretta interferenza militare americana. Il presidente eletto ha anche esortato gli europei a utilizzare leve economiche nei confronti della Cina per far pressione su Mosca affinché accetti una soluzione pacifica. Trump desidera un’Ucraina forte e ben armata, ma senza un coinvolgimento statunitense diretto sul campo.
Questo cambio di passo sposta l’onere sui paesi europei che devono decidere se sono pronti a svolgere un ruolo di primo piano sulla scena internazionale, sostenendo una visione politica che pone la sicurezza del continente al di sopra delle divisioni nazionali. In gioco non c’è solo la leadership, ma anche il consenso delle opinioni pubbliche. L’Europa, cuore dell’aggressione russa in Ucraina, deve affrontare la sfida di delineare il proprio futuro senza dipendere necessariamente dalle decisioni americane.