DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE A NEW YORK – L’incontro tra diplomatici americani e russi, sotto l’occhio vigile del controverso ministro degli Esteri Lavrov, ha riportato la Russia sotto i riflettori della diplomazia internazionale, accanto agli Stati Uniti. Questa rappresentazione soddisfa profondamente Putin, portando alla ribalta la sua nazione dopo il gelo nei rapporti causato dall’annessione della Crimea nel 2014 e l’assalto all’Ucraina nel 2022, eventi che avevano innescato reazioni sanzionatorie da parte degli Stati Uniti e delle nazioni europee. La tensione era ancora palpabile dall’incontro tra Lavrov e l’ex segretario di Stato Antony Blinken durante il G20 in India. L’ex presidente Biden aveva aspramente definito Putin un “dittatore” e responsabile di un “genocidio”, sollevando domande sul futuro delle relazioni tra le due potenze.

Marco Rubio, esperto diplomatico statunitense, ha interpretato questi incontri come un test per verificare se Putin possieda una reale intenzione di porre fine al conflitto. L’eventualità di un incontro diretto tra Trump e Putin è oggetto di voci: gli americani prospettano una possibilità nelle “prossime settimane”, mentre fonti russe la ritengono “improbabile” a breve termine. Il dialogo verte su affari e opportunità di cooperazione, un tema caro a Trump, con un occhio anche alla strategica regione dell’Artico.

Nel contesto ucraino, Zelensky esprime apertamente il suo disappunto. Voci interne all’Ucraina ritengono i negoziati privi di sostanza, etichettandoli come “fantasie irrealistiche” russe destinate a fallire. Critici di Trump temono che, determinato a concludere il conflitto, egli possa cedere eccessive concessioni a favore di Putin. Michael Walzer, filosofo politico, critica le dichiarazioni fatte alla NATO da Pete Hegseth, esponente del Pentagono, circa l’improbabilità dell’ingresso di Kiev nella NATO e la mancata restituzione dei territori antecedenti il 2014. Questo, secondo Walzer, equivarrebbe a concedere a Putin tutto quanto desidera. L’Europa e Zelensky devono resistere a tale approccio.

Fox News, con riferimento a “molteplici fonti diplomatiche”, riporta che i russi avanzano l’idea di nuove elezioni in Ucraina come soluzione intermedia verso un cessate il fuoco e un eventuale accordo di pace. Lavrov ha smentito, ma Trump ha dichiarato di sostenere questa proposta, affermando che non è di origine russa, bensì condivisa anche da altri paesi. Trump ha criticato la mancanza di elezioni in Ucraina, sottolineando la legge marziale e l’approvazione al 4% di Zelensky, una cifra in netto contrasto con il sondaggio del Kyiv International Institute of Sociology che segnala un calo dal 77% al 52% nel 2014.

Dopo gli incontri a Riad, la portavoce russa Maria Zakharova ha manifestato la volontà russa di annullare la dichiarazione di Bucarest del 2008, che prospettava l’ingresso dell’Ucraina nella NATO senza però un calendario definito. Anche il portavoce del Cremlino, Peskov, ha sottolineato l’importanza di ridiscutere la sicurezza europea. Prima dell’invasione del 2022, Mosca richiedeva la neutralità dell’Ucraina e il blocco della NATO nell’installazione di armamenti nei nuovi paesi membri post-1997, da quando l’alleanza si era ampliata per accogliere ex stati comunisti.

In ambito polacco, il Presidente Andrzej Duda manifesta la fiducia che gli Stati Uniti non ridurranno la loro presenza nell’area orientale della NATO e auspica addirittura la creazione di una base americana permanente, battezzata “Forte Trump”. Secondo Walzer, l’obiettivo di Putin sarebbe ristabilire una sfera di influenza russa in Europa orientale, con l’Ucraina come punto di partenza e il resto d’Europa come successivo interesse.

3 pensiero su “Trump spinge per elezioni in Ucraina: rischio presidente fantoccio?”
  1. Sembriamo tornati alla guerra fredda, solo che sta volta è come se fosse ancora più complesso! Speriamo bene…

    1. È vero, le dinamiche globali attuali sono intricate e le tensioni geopolitiche sembrano aumentare. Resta fondamentale il dialogo e la cooperazione internazionale per prevenire conflitti più gravi. Speriamo davvero che prevalga il buon senso e si trovino soluzioni pacifiche.

      1. Assolutamente, il dialogo e la cooperazione sono essenziali in questo contesto complesso. È solo attraverso l’ascolto e la comprensione reciproca che possiamo lavorare insieme per trovare soluzioni durature. Speriamo che i leader globali diano priorità a questi sforzi per garantire un futuro più sicuro e pacifico.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *