A Bruxelles, l’Unione Europea ha annunciato un ambizioso piano di spesa per la difesa che esclude dal suo ambito sia gli Stati Uniti che il Regno Unito. Questa mossa intende rinvigorire la capacità industriale e tecnologica europea nell’ambito della difesa, come evidenziato dalla Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, durante la presentazione del programma “Readiness 2030”.
Il piano mira a creare legami più solidi con alleati come Corea del Sud e Giappone e include l’Associazione Europea di Libero Scambio (EFTA). L’obiettivo è raggiungere una spesa difensiva di circa 800 miliardi di euro, tenendo conto della minaccia non solo della Russia, ma anche di cambiamenti strategici globali, come spiegato dal Commissario europeo per la Difesa, Andrius Kubilius. Storicamente, le compagnie statunitensi sono state beneficiarie di una larga parte degli appalti europei, ma ora l’UE cerca una maggiore autonomia.
Le nuove direttive dell’UE, tra cui il cosiddetto “libro bianco”, sollecitano un incremento delle spese militari e un mercato della difesa integrato, con la dichiarazione del capo diplomatico dell’UE, Kaja Kallas, che chiarisce l’intento di prepararsi a potenziali crisi future piuttosto che promuovere conflitti. La necessità di indipendenza europea è accentuata dai cambiamenti nella politica degli Stati Uniti, soprattutto sotto la guida di Donald Trump, che ha ridotto il tradizionale coinvolgimento nella sicurezza europea.
Le misure strategiche dell’UE mirano a ridurre la dipendenza dalla protezione statunitense, rafforzando le capacità militari interne. In quest’ottica, la Commissione Europea ha proposto di concedere prestiti fino a 150 miliardi di euro attraverso lo strumento SAFE, dedicato esclusivamente ai membri dell’UE, con possibilità di partecipazione anche per paesi terzi attraverso acquisti congiunti.
Il programma SAFE apre la strada a collaborazioni con Ucraina, paesi dell’EFTA e futuri membri dell’UE. Diverse partnership di difesa e sicurezza sono già in atto, con la prospettiva di ampliarle includendo potenziali nuovi membri come Turchia e Serbia. Nonostante l’attuale esclusione del Regno Unito, si sta lavorando per stabilire una partnership di difesa con Londra, che potrebbe concretizzarsi entro il prossimo vertice a maggio.
Il Canada si è mostrato interessato a rafforzare i legami di sicurezza con l’UE, mentre si esplorano nuove collaborazioni con Australia, Nuova Zelanda e India. Questo trattamento di favore alle aziende UE è visto come un gesto verso nazioni come la Francia, che detiene un ruolo chiave come produttrice di armamenti.
Il regolamento previsto limita l’accesso delle aziende non europee alle informazioni sensibili e stabilisce un requisito minimo del 65% di componenti europei per il finanziamento, comprendendo in questa definizione anche Ucraina e Norvegia. Inoltre, vi sono restrizioni riguardo al coinvolgimento non UE nei sistemi d’arma con autorità progettuale.
I prestiti mirano a incentivare progetti comuni e ridurre la frammentazione del mercato della difesa europeo, promuovendo l’acquisto di armamenti standardizzati e vantaggiosi. Per agevolare l’inizio del processo, gli stati membri dell’UE potranno effettuare ordini individuali inizialmente. Inoltre, i membri sono autorizzati a superare temporaneamente i limiti di spesa previsti dall’UE fino all’1,5% del PIL per migliorare le capacità difensive.
Le richieste di prestito devono essere presentate entro il 30 giugno 2027, con la disponibilità dei fondi previsti fino alla fine del 2030. Restituzioni entro un periodo di 45 anni chiudono il cerchio sui termini finanziari previsti dalla Commissione.