In un contesto di crescente turbolenza tra Unione Europea e Stati Uniti, l’UE ha imposto una significativa sanzione ad Apple, intensificando il confronto con la gigante tecnologica statunitense. La Commissione Europea ha annunciato mercoledì una multa di 500 milioni di euro nei confronti del produttore di iPhone per le pratiche relative al suo App Store. Questo provvedimento rappresenta l’ultimo di una serie di interventi da parte dei regolatori europei che hanno colpito Apple negli anni recenti, e arriva in un periodo di tensioni commerciali accentuate dalla decisione del presidente Donald Trump di introdurre nuove tariffe doganali.
Di fronte alle preoccupazioni sollevate dalla Casa Bianca, Apple ha accusato l’esecutivo europeo di bersagliare ingiustamente l’azienda. Una portavoce della società, Emma Wilson, ha dichiarato che, nonostante i numerosi incontri, la Commissione continua a cambiare gli obiettivi. Lo scorso anno, Apple era già stata colpita da una multa di 1,8 miliardi di euro per motivi simili, e aveva anche ricevuto l’ordine di pagare 13 miliardi di euro di tasse arretrate all’Irlanda. Un esperto del Centro per la Regolamentazione in Europa, Zach Meyers, ha evidenziato come una differenza filosofica tra Apple e la Commissione renda difficile trovare un terreno comune.
Questo scontro con Apple rappresenta solo una faccia della più ampia disputa tra UE e USA, dove il Digital Markets Act (DMA) europeo intende limitare il potere delle grandi aziende tecnologiche, prevalentemente americane. Dal canto suo, Trump interpreta tali regolamenti come un mezzo per frenare l’industria statunitense. Le tensioni sono state temporaneamente allentate dalla sospensione di 90 giorni delle tariffe di Trump, ma la Commissione europea respinge le accuse che il tempismo delle sue decisioni sia’ influenzato dal clima commerciale.
La scadenza del 22 giugno fissata alla multinazionale statunitense per adeguarsi alle normative potrebbe portare a nuove sanzioni giornaliere se non rispettata. Dirk Auer, dell’International Center for Law and Economics, ha sottolineato come i procedimenti intorno al DMA sollevino problemi commerciali per l’amministrazione Trump. La questione centrale riguarda l’autorità di Apple sull’App Store e le commissioni applicate, che hanno generato notevoli profitti, soprattutto dagli utenti europei. La responsabile della concorrenza della Commissione, Teresa Ribera, ha affermato che le decisioni si basano su prove rigorose e non su considerazioni emotive, mettendo in risalto la necessità di applicare la normativa.
Sia Apple che Meta, colpita da una sanzione di 200 milioni di euro, intendono presentare appello. L’App Store è un elemento chiave della strategia di Apple, una parte del business particolarmente redditizia. Inoltre, la Commissione europea ha pubblicato delle conclusioni preliminari su un’indagine separata che potrebbe portare a ulteriori sanzioni, sollevate in merito alle condizioni imposte da Apple per le app alternative. La topografia delle dispute legali include anche altre autorità globali che vedono nel controllo di Apple sugli store digitali un limite per i developer, lasciando poche opzioni alternative.
La decisione contro Apple è inserita in un quadro in cui la società americana resiste alle pressioni e difende le sue politiche come protezione per i consumatori. Zach Meyers del CERRE ha evidenziato come Apple insista nel gestire in autonomia il proprio ecosistema, proponendo che un eccesso di scelte possa mortificare l’esperienza utente. Malgrado quest’ultima decisione, le controversie continueranno a evolversi, specialmente attorno alle politiche sull’App Store.
L’UE insiste affinché Apple riduca le commissioni da cui trae ingenti guadagni, ma la società è poco incline a cedere. In un panorama geopolitico in rapido cambiamento, la pressione per aggirare colli di bottiglia come l’App Store è crescente.
Il governo statunitense condivide, in parte, le preoccupazioni dell’UE riguardo ai posizionamenti di forza di Apple, tale circostanza non implica un sostegno alle sanzioni europee. Infatti, l’iter legale avviato dal Dipartimento di Giustizia americano non fornisce molte garanzie alla Commissione europea, che spera in un allentamento delle tensioni diplomatiche a breve. Tuttavia, è plausibile che una regolamentazione coordinata a livello internazionale possa essere perseguita per affrontare efficacemente il potere delle tecnologie preminenti.