L’Unione Europea si appresta a vivere un significativo incremento nella spesa militare, ma le questioni in gioco vanno ben oltre l’aspetto finanziario. Recentemente, i leader europei si sono incontrati in una riunione straordinaria con l’intento di rafforzare la sicurezza nel continente. Questo evento coincide con l’intenzione del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di ridurre la presenza militare americana in Europa. Per molti Paesi membri, tuttavia, questo incontro rappresenta anche un momento in cui si teme l’accentramento del potere.
La preoccupazione principale delle capitali europee è che Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, possa utilizzare questa situazione per espandere le competenze di Bruxelles in settori nuovi, consolidando la sua influenza sui governi nazionali. Dalla gestione centralizzata degli acquisti di vaccini durante la pandemia di Covid-19 alle iniziative riguardanti le sanzioni contro la Russia e le armi destinate a Kyiv, von der Leyen ha dimostrato un approccio accentrativo. Questo le è valso l’appellativo di “Regina Ursula”, un soprannome che evidenzia il suo crescente potere a discapito dell’autonomia dei singoli Stati membri.
In merito alla questione della difesa, le resistenze sono particolarmente evidenti. Alcuni Paesi, come la Polonia e la Finlandia, sono fortemente contrari a che la Commissione Europea possa gestire un fondo comune per la difesa, considerando questa responsabilità come una prerogativa nazionale essenziale. Questa opposizione è stata recentemente sottolineata da un diplomatico europeo, il quale, sotto anonimato, ha espresso chiaramente la posizione del suo Paese.
Nel corso della riunione del 6 marzo, tali tensioni saranno al centro del dibattito, soprattutto quando von der Leyen presenterà un piano dettagliato per il riarmo del continente. Un documento elaborato dai governi dell’UE, visionato da POLITICO, invita la Commissione a concedere più flessibilità fiscale ai Paesi membri e a proporre nuove fonti di finanziamento per la difesa a livello comunitario, inclusa la possibilità di riallocare i fondi destinati allo sviluppo regionale.
Alla luce di queste richieste, l’esecutivo europeo è sollecitato a presentare rapidamente proposte concrete. In risposta, la Commissione proporrà diverse opzioni di finanziamento in una comunicazione formale ai leader europei. Questo scenario mette in evidenza un delicato equilibrio tra esigenze di sicurezza comune e sovranità nazionale.