La cancellazione di 4 miliardi di dollari di impegni degli Stati Uniti al Fondo Verde per il Clima rappresenta un duro colpo per l’iniziativa delle Nazioni Unite che offre supporto a oltre 100 nazioni nella gestione delle sfide poste dai cambiamenti climatici. La decisione, annunciata in una nota del 27 gennaio dal segretario di Stato statunitense Marco Rubio al segretario generale dell’ONU António Guterres, è stata confermata dal fondo stesso.
Questa mossa, che si spinge oltre le azioni della prima amministrazione Trump, segna una netta deviazione rispetto agli accordi stipulati sotto le precedenti amministrazioni statunitensi, come quella di Obama, che aveva promesso un uguale contributo di 3 miliardi di dollari nel 2023 sotto la guida di Biden. Finora, gli Stati Uniti hanno versato tuttavia solo 2 miliardi, lasciando in sospeso i restanti 4 miliardi, mentre paesi come Germania, Francia, Giappone e Regno Unito hanno rispettato maggiormente i loro impegni finanziari.
Il Fondo Verde per il Clima, istituito nel 2010, è stato progettato per incanalare risorse in progetti di energia pulita e adattamento climatico nei paesi in via di sviluppo. Ad oggi, ha approvato progetti per un totale di 16 miliardi di dollari. Tuttavia, la decisione di Washington di ritirarsi dalle promesse esistenti può mettere a rischio le aspirazioni future del fondo, che ambisce a espandere il proprio portafoglio a 50 miliardi di dollari entro il 2030.
Nonostante non abbia effetti immediati sul bilancio del Fondo Verde per il Clima, la sottrazione dei fondi di una potenza economica come gli Stati Uniti potrebbe ridurre significativamente la capacità del fondo di supportare i programmi climatici nelle nazioni meno sviluppate. La notizia ha generato preoccupazione e allarme tra le Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali coinvolte negli sforzi per combattere il cambiamento climatico, anche se alcuni responsabili sia dell’ONU sia del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti hanno declinato di fornire commenti ufficiali.