Le tensioni in Slovacchia sono in aumento, con manifestazioni contro il governo del premier Robert Fico che stanno mobilitando decine di migliaia di persone. I cittadini esprimono il loro dissenso verso una politica che percepiscono come antidemocratica e incline a influenze esterne, in particolare dalla Russia e dalla Cina. La maggior protesta si è svolta a Bratislava, riunendo circa 40.000 persone secondo le stime della polizia, mentre altre città come Koice hanno visto la partecipazione di migliaia di manifestanti. Le proteste sono guidate da diversi gruppi civili e scorrono sotto lo slogan «La Slovacchia è Europa», sottolineando il desiderio di mantenere il Paese all’interno dell’orbita europea e atlantica.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha commentato la situazione slovacca sottolineando come Bratislava rappresenti un cuore europeo e non un’emanazione di Mosca. Zelensky ha evidenziato l’importanza di mantenere saldi i legami con l’Unione Europea e la Nato, difronte a qualsiasi influenza russa. Allo stesso tempo, Zelensky ha espresso il suo parere su altri scenari internazionali, sostenendo che il presidente russo Vladimir Putin stia cercando di influenzare Donald Trump riguardo ai negoziati di pace con gli Stati Uniti. Constatando la natura di queste manovre, Zelensky si dimostra sicuro che nessuna manipolazione avrà successo.

In Serbia, il presidente Aleksandar Vucic ha ribadito che il suo governo non introdurrà sanzioni contro la Russia, mantenendo solidi i rapporti di amicizia con Mosca e Pechino. Questa posizione segna un forte contrasto con il percorso di integrazione europea del Paese, evidenziando le complesse dinamiche diplomatiche nei Balcani. Vucic preannuncia un dialogo imminente con Putin per affrontare le conseguenze delle sanzioni americane imposte a settori economici serbi.

In Italia, un’intervista esclusiva al presidente Zelensky sarà pubblicata, con anticipazioni che rivelano le riflessioni del leader ucraino sui rapporti tra Roma e Washington. Zelensky esprime speranze riposte nel canale diplomatico tra la premier italiana Giorgia Meloni e Trump, ritenendolo potenzialmente utile all’Europa e all’Ucraina stessa. Nonostante l’invito di Meloni alla cerimonia del giuramento di Trump, Zelensky mantiene un tono positivo riguardo alle relazioni personali e politiche con il leader italiano, augurandosi che il legame con Trump non superi quello già esistente con Kiev.

Nel contesto europeo più ampio, il premier ungherese Viktor Orban ha minacciato di bloccare il rinnovo delle sanzioni UE contro la Russia, legandole a richieste specifiche verso l’Ucraina, come il ripristino delle forniture di gas. Questo commento sottolinea ulteriormente i complicati equilibri geopolitici in atto nell’Unione, dove ogni Stato membro cerca di navigare tra pressioni economiche, energetiche e diplomatiche.

Al contempo, emergono nuove accuse nei confronti delle forze russe, accusate secondo un video di aver giustiziato prigionieri ucraini. Questi episodi alimentano la tensione e spingono i contorni del conflitto in uno scenario ancora più cupo, mentre le denunce per crimini di guerra continuano a crescere, sollecitanti una risposta internazionale.

Infine, il Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha escluso categoricamente l’Italia da un eventuale processo di pace per l’Ucraina, citando il deterioramento delle relazioni bilaterali come causa principale. Questo rifiuto mette in evidenza il complicato quadro delle relazioni internazionali coinvolte nel conflitto ucraino, dove ogni mossa diplomatica è soggetta a intense influenze politiche e storiche.

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