Al World Economic Forum di Davos, il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha lanciato un appello deciso all’Europa, esortandola a risollevarsi e a preoccuparsi del proprio futuro per evitare di essere ignorata sulla scena mondiale. Nel suo discorso, ha messo in luce una percepita debolezza dell’UE, confrontandola con la forza dimostrata dagli Stati Uniti, soprattutto alla luce degli sviluppi politici recenti come l’inaugurazione di Donald Trump come Presidente.

Zelenskyy ha evidenziato come il mondo stia osservando attentamente i prossimi passi dell’America, interrogandosi su alleanze, supporto e politiche commerciali dell’amministrazione Trump. Al contrario, pochissimi sembrano porsi simili questioni nei confronti dell’Europa, una situazione che, secondo lui, richiede un cambiamento di rotta. L’importanza dello scenario mondiale e dei suoi equilibri è stata ulteriormente sottolineata attraverso un riferimento al IISS Shangri-La Dialogue tenutosi a Singapore, dove la priorità degli Stati Uniti si è mostrata orientata prevalentemente verso l’Asia-Pacifico e il Medio Oriente, lasciando l’Europa in secondo piano.

L’intervento di Zelenskyy si è concentrato su diversi punti cruciali, tra cui la necessità per l’Europa di non trovarsi relegata in una posizione marginale rispetto ai suoi stessi alleati. Secondo il leader ucraino, un’Europa non protagonista rischia di vedere il mondo andare avanti senza di lei, scenario non vantaggioso per il continente. Sebbene abbia espresso gratitudine per il supporto europeo nella guerra contro la Russia, Zelenskyy ha sollevato dubbi riguardo al ruolo futuro dell’Europa nelle trattative post-conflitto.

Ha sollevato interrogativi se Trump avrebbe mai riconosciuto il valore dell’Europa e se le istituzioni dell’UE avrebbero goduto del necessario rispetto internazionale. L’Europa, ha affermato, deve aspirare a essere più influente, capace di determinare i termini degli accordi internazionali piuttosto che limitarsi a osservare passivamente.

Zelenskyy ha anche criticato alcuni limiti dell’Unione Europea, come la sua persistente dipendenza energetica dalla Russia e la gestione delle normative. Ha ammonito che la sicurezza energetica deve essere una priorità, suggerendo che la continuità negli acquisti di gas da Mosca contrasta con le aspettative di aiuto e garanzie da parte degli Stati Uniti.

Infine, ha appoggiato l’appello di Trump agli alleati della NATO a investire una maggiore percentuale del loro PIL nella difesa, sottolineando che i paesi europei devono essere pronti a destinare le risorse necessarie per garantirsi la sicurezza. Per Zelenskyy, se ciò implica destinare il 5% del PIL alla difesa, allora è un impegno che l’Europa dovrebbe accogliere.

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