Sei mesi fa, alla fine di luglio, Elisa Di Francisca ha pronunciato parole che avrebbero avuto conseguenze significative per la sua immagine pubblica. Durante un’intervista a Rai Sport, commentando l’emozione di Benedetta Pilato per il suo quarto posto nella finale dei 100 metri rana alle Olimpiadi di Parigi, l’ex campionessa di scherma ha ironicamente chiesto: “Ci fa o ci è?”. Questa osservazione, giudicata da molti infelice, ha scatenato una vera e propria bufera mediatica.
Le reazioni sui social non si sono fatte attendere: gli hater si sono scagliati contro Di Francisca con una valanga di commenti critici e spesso offensivi. Nonostante le sue scuse pubbliche, l’episodio ha continuato a perseguitarla per settimane, con critiche che ancora emergono periodicamente nei suoi confronti.
Sul fronte opposto, c’è stata una risposta da parte della stessa Di Francisca, definibile poco convenzionale. È stato segnalato, infatti, che la schermitrice avrebbe incaricato un legale di contattare i suoi critici più accaniti per richiedere un risarcimento economico, una mossa che ha suscitato un ulteriore dibattito. Personaggi pubblici come Selvaggia Lucarelli hanno evidenziato come queste richieste abbiano incluso anche semplici critiche, giudicate da molti come educate, alzando ancora di più l’attenzione sulla sua strategia di difesa.
In queste lettere, infatti, viene proposto agli autori dei commenti di cercare un accordo economico per evitare ulteriori azioni legali. Scelte che hanno sollevato polemiche, suggerendo che si potrebbe arrivare a chiedere risarcimenti fino a 50 mila euro per un insulto sui social, un aspetto che per alcuni risulta sconcertante e motivo di imbarazzo.
Ma veramentte, chiedere 50 mila euro per un commento su Instagram? È fantascienza! Certi ategiamenti mi lascianno ssenza parole. PPossibile che non ci sia modo di gestire le critiche con più maturritàà senza finire in tribunale?
È vero che 50 mila euro per un commento su Instagram può sembrare esagerato, ma bisogna considerare la portata dell’influenza sui social media e il valore commerciale che ne deriva. Inoltre, è fondamentale ricordare che le persone hanno il diritto di proteggere la propria immagine e reputazione, e a volte le vie legali diventano necessarie per far valere questo diritto. Tuttavia, sarebbe senz’altro auspicabile affrontare le critiche in modo più maturo e costruttivo.