La partecipazione di Elena Sofia Ricci alla trasmissione “Belve” del 10 dicembre 2024 ha offerto un ritratto sincero e complesso dell’attrice, nota soprattutto per il ruolo di suor Angela nella serie televisiva “Che Dio ci aiuti”. Ricci ha raccontato come interpretare una suora sia un ruolo tutt’altro che distante dalla sua attuale condizione personale, poiché afferma di vivere una fase di “castità” volontaria da oltre due anni, il che la fa sentire in pace con se stessa.
Nonostante abbia abbandonato il personaggio tanto amato la scorsa stagione, farà un’apparizione nella nuova serie in arrivo su Rai Uno. All’interrogativo di Francesca Fagnani sulla sua decisione di ritornare, ammette di essere stata spinta dal piacere di riprendere il ruolo, non per la necessità della fiction di avere successo senza di lei. Ricci, infatti, riconosce che nessun attore è insostituibile, e afferma con modestia che la serie non ha subito un declino per la sua assenza.
Emerge un profilo di Elena Sofia Ricci come una persona moralmente integra ma non priva di difetti, tra cui una certa tendenza all’ordine estremo e al controllo. Il suo passato, segnato da esperienze di trasferimento dalla condizione di benessere a una più popolare, esemplifica questa dicotomia tra la sicurezza e l’essere vicina alla gente comune. La sua capacità di rapportarsi con elementi della cultura nazionalpopolare le permette di sorprendere positivamente, nonostante alcune lacune, come il non sapere chi sia Gianni Sperti.
Ricci non ha tardato a esprimere il risentimento derivante dagli inizi difficili della carriera, quando venne criticata come la “Barbara De Rossi dei poveri”. Un aneddoto curioso riguarda la sua abitudine di indossare un perizoma rosso a ogni debutto, rivelando una spiccata vena superstiziosa. Affrontando il tema del suo passato familiare, l’attrice condivide il profondo risentimento assorbito dalla madre verso il padre, a causa di una separazione difficoltosa.
Da trent’anni in psicanalisi, Ricci riflette su una fase difficile della sua vita, quando l’alcol sembrava essere un rifugio. L’incontro con il suo riflesso allo specchio all’alba di un giorno qualunque rappresentò la svolta: il rifiuto di diventare ciò che detestava nella sua famiglia.
Il rapporto con Luca Damiani e Nancy Brilli ha riempito di tensioni il suo vissuto personale, ma la sua versione della storia conferma le precedenti dichiarazioni della Brilli: il matrimonio con Damiani era in crisi quando Nancy entrò in scena. Nonostante la delusione del teatro e l’invadenza percepita allora, oggi la Ricci ha trovato la capacità di perdonare.
Infine, con una riflessione su un abuso subìto all’età di 12 anni, Elena Sofia Ricci si apre su un’esperienza terribilmente dolorosa, rimossa grazie alla forza di volontà, ma evidenziando un persistente senso di colpa e sfiducia verso gli uomini che ancora la accompagna.
Il pensiero conclusivo è rivolto alla nonna, che intuì per prima il suo talento, e che probabilmente, oggi, l’avrebbe elogiata. Le parole di Elena Sofia Ricci risuonano profonde, quando riflette sulle sfide e i dolori che l’hanno plasmata, ma che non hanno intaccato la sua tenacia e il suo spirito vitale.