La madre di Carlotta Proietti ha l’abitudine, inaspettatamente, di inviare foto. Possono essere una, due, o addirittura dieci, e non importa se sono belle o brutte. Non c’è intenzione deliberata dietro a questo, è solo che la famiglia non è mai stata abile nel fare foto, e infatti ne possiedono poche, soprattutto con tutti e quattro insieme. Così inizia un “saggio” scritto da Carlotta Proietti. La figlia di Gigi Proietti ha voluto onorare la memoria del padre attraverso la condivisione su Instagram di una serie di immagini inedite, spesso sfuocate ma genuine, insieme all’uomo che l’ha profondamente ispirata. Queste fotografie diventano uno strumento per riflettere e offrire un consiglio sincero. “Sono figlia di un periodo storico”, continua, “quando non si scattavano foto continuamente, immortalando ogni attività e cercando la perfezione come accade oggi, spesso con quella falsa naturalezza data dai filtri”. Il post prosegue con la riflessione sul fatto che, quando una foto veniva scattata, quella era la foto, magari sfuocata, che si ritrovava quando si sviluppava il rullino. Mai avrei immaginato che quelle imperfezioni sarebbero diventate ricche di valore. Sono le immagini migliori perché ricordano come ne basti una sola per riaprire un intero capitolo di vita, evocando le tante altre foto non scattate ma di cui abbiamo vissuto appieno il momento. Ecco perché si invita a evitare di passare serate con il cellulare in mano o di fotografare un tramonto piuttosto che guardarlo. Guardare negli occhi chi ci sta accanto cambia ogni cosa. Si tratti di vivere il tramonto che dura solo un attimo. E infine, ma cosa mai si potrà fare con ventisette foto del tramonto sul cellulare? È importante godere di ogni attimo, perché poi passa.

Il grande attore Gigi Proietti è scomparso il 2 novembre 2020, all’età di 80 anni, a causa del peggioramento di problemi cardiaci. Sua figlia Carlotta, tre anni dopo, lo ha ricordato con parole sentite: “Sono passati due anni. Non credere a chi dice che con il tempo fa meno male”. Ha sottolineato come la parte pubblica della vita di suo padre sembri averle risucchiato l’anima, e come il passare del tempo aumenti la sua mancanza. Teme che il tempo possa portarle via frammenti di lui, e così, a volte, chiude gli occhi per richiamare alla mente la sua voce, non quella che il pubblico conosce, ma quella dolce che aveva per lei. Una sera, mentre era in scena, chiudendo gli occhi, ha immaginato di essere ancora nel vero Globe Theatre, con suo padre vicino, entrambi a gioire, sudare, ridere e cantare. La dedizione e la passione per il teatro le sono trasmesse da lui, rendendo sia complicato che affascinante stare nel “gioco” della recitazione. Carlotta Proietti conclude la sua dedica con un affettuoso ringraziamento al padre, esprimendo quanto le manchi ogni giorno di più.

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