Guido Meda, icona del commento sportivo per la MotoGp, è una figura che incarna una storia ricca di esperienze e incontri straordinari. Inizia la giornata con il suo caratteristico saluto energico, riflesso della sua carriera nella telecronaca, mentre si destreggia con una Guzzi V7 che gli ha dato qualche problema al cambio.
Sebbene sia celebre per il suo lavoro nello sport motoristico, il suo percorso non era inizialmente indirizzato verso il giornalismo sportivo. Gli studi di Medicina sembravano un sogno lontano, reso ancor più arduo da esami temuti come matematica e fisica, eppure la passione per il giornalismo si fece strada, portandolo a lavorare con alcune delle principali testate italiane degli anni ’80. La sua carriera decollò davvero con l’approdo a Mediaset, e successivamente a Sky, dove dal 2015 è diventato la voce principale per la MotoGp.
Meda ha un passato familiare ricco di storie significative. Suo padre, un partigiano che sabotava i convogli tedeschi durante la guerra, rappresenta una fonte di ispirazione con la sua resilienza, dimostrata anche nella sua lotta contro un grave cancro all’esofago. Anche il capitolo del servizio militare ricorda l’influenza familiare, grazie alla sua esperienza con l’artiglieria e la conoscenza dell’equitazione, tramandata dal nonno materno.
Il mondo delle motociclette è entrato prepotentemente nella sua vita nel 2001, quando Mediaset intuì il potenziale di Valentino Rossi nel conquistare il pubblico, e gli offrì l’opportunità di commentare gare che avrebbero appassionato una generazione. Guido Meda divenne così una figura incontrastabile del panorama televisivo sportivo.
Non mancano avventure personali che hanno contribuito a delinearne il carattere. Nel 2003, un grave incidente in moto rischiò di compromettere la sua vita, con numerose fratture e un lungo periodo di ricovero, ma questa esperienza gli offrì una nuova prospettiva, permettendogli di entrare in sintonia con i piloti che commentava, conoscendo in prima persona i pericoli che affrontano.
La vita di Meda è costellata anche di momenti singolari, come il naufragio vissuto nel 2018, e di incontri memorabili, con personaggi del calibro di Alberto Tomba e Vasco Rossi. Tali esperienze hanno arricchito il suo bagaglio personale e professionale, dandogli modo di condividere aneddoti che vanno oltre il semplice racconto sportivo.
Nel motomondiale, le voci dei campioni e le narrazioni delle loro gesta passano anche attraverso le sensazioni vissute da Meda, rendendo ogni gara non solo un evento sportivo, ma un racconto che vibra di umanità e passione. Dalle lacrime condivise con Daniel Pedrosa per la perdita di Marco Simoncelli, ai ricordi indimenticabili di sportivi come Marco Pantani, la vita e la carriera di Guido Meda compongono un mosaico di storie, eventi e persone che hanno segnato il suo percorso umano e professionale.