Selvaggia Lucarelli continua a trovarsi al centro di un intenso vortice di polemiche, come riportato dall’avvocata Barbara Indovina in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. Recenti avvenimenti hanno messo in evidenza il clima ostile che avvolge la giornalista, celebrata per il suo lavoro d’inchiesta.
Durante un evento dedicato al libro di Serena Mazzini, co-autrice di recenti indagini sui social media insieme a Lucarelli, un gruppo di contestatori ha interrotto la serata. Massimiliano Zossolo, noto per la sua pagina Welcome to Favelas, ha guidato il gruppo per sollevare questioni a Lucarelli riguardo il caso della ristoratrice Giovanna Pedretti. Secondo l’avvocata Indovina, Zossolo non ha mai perdonato a Lucarelli di aver chiuso, nel 2017, alcune pagine Facebook gestite da lui per la diffusione dell’odio. L’evento è stato ripreso da vari content creator, pronti a diffondere le immagini sui propri profili social, aumentando così la tensione.
Senza mezzi termini, Selvaggia Lucarelli ha espresso dubbi sulla sua partecipazione a future presentazioni del libro, una delle quali è prevista nella stessa libreria dell’episodio recente. Nel frattempo, botta e risposta tra lei ed Enrico Mentana ha acceso ulteriormente il dibattito, sotto lo sguardo mediatico.
Nel contesto più ampio delle sue controversie, emergono anche le accuse mosse contro Fabrizio Corona. Quest’ultimo è stato protagonista di uno spettacolo in cui simulava atti inappropriati su un cartonato di Lucarelli, un episodio che, secondo l’avvocata, non è stato fermato in tempo e che si inscrive in un procedimento penale. Già in passato, Corona aveva utilizzato termini offensivi con cui altri hanno continuato a vessare Lucarelli via social, rendendo virali contenuti d’odio e alimentando una vera campagna di denigrazione.
Secondo Barbara Indovina, il fenomeno del dilagante odio nei confronti della giornalista trova origine nel suo approccio coraggioso e nelle sue inchieste irriverenti. Gli aggressori, spesso celati dall’anonimato, cavalcano l’onda della viralità su piattaforme come Instagram, Twitter e TikTok, diffondendo offese e praticando il body shaming senza alcuna remora, compromettendo la dignità della comunicazione civile. È chiara la necessità di riaffermare i confini tra libertà di espressione e la degenerazione verso l’insulto personale.
Di fronte a otto denunce presentate, l’avvocatessa Indovina sottolinea come si possa delineare per Corona il reato di stalking, mentre i messaggi di minaccia e odio a Lucarelli continuano a proliferare, sollevando interrogativi sulle dinamiche comunicative e sociali di oggi.