Nel cuore di un desolato paesaggio messicano, plasmato da polvere, piombo e sangue, si intrecciano le vite di banditi e uomini di legge, le cui sfumature morali si confondono fino a rendersi quasi indistinguibili. Questo universo, permeato da un misticismo che si insinua tra le pieghe della storia, è all’origine di un cammino di redenzione che percorre l’intera narrazione di “Le cento vite di Antonio Sonoro”, la più recente opera della talentuosa scrittrice americana Elizabeth Gonzalez James. Pubblicato in Italia da Neri Pozza, il romanzo beneficia di una raffinata traduzione italiana curata da Massimo Ortelio.

La Gonzalez James arricchisce le tradizionali atmosfere western con un tocco di spiritualità che scandaglia le profondità dell’animo umano, evocando una dimensione intima e contemplativa attorno al protagonista, Antonio Sonoro. L’autrice prende ispirazione dalla vita vera del suo bisnonno per dar vita a un personaggio complesso e affascinante.

La narrazione si dispiega in due epoche distinte. Proiettandoci indietro nel tempo, veniamo catapultati nel 1895, in un Messico inaridito dalla siccità dove la città mineraria di Dorada funge da teatro delle gesta di Antonio Sonoro. Discendente di una stirpe di leggendari fuorilegge, Antonio è segnato dagli occhi color dell’oro e dalla destrezza con la pistola, ma è anche un uomo senza prospettive di fortuna. Nonostante l’amore profondo per la moglie Jesusa e i figli, permette che la sua vita deraglio tra scorribande, giochi d’azzardo e relazioni extraconiugali. Nel tentativo di un ultimo grande colpo, con il fratello Hugo, si dirige verso Houston per assalire un treno carico di preziosi. Lo scontro coi Texas Rangers finisce in tragedia, e solo Antonio riesce miracolosamente a uscirne vivo, seppur ferito gravemente, guadagnandosi il soprannome di El Tragabalas, Il Mangiapallottole. Da quel momento in poi, la sua vita diventa una continua fuga che lo porterà a incontrare un giovane avventuriero inglese, segnando un punto di svolta nel suo destino.

La narrazione si proietta poi nel futuro, nella vivace Città del Messico settant’anni dopo. Jaime Sonoro, cantante e attore di fama, sembra possedere tutto ciò che si possa desiderare. Tuttavia, due episodi sconvolgono la sua esistenza: l’incontro con un enigmatico individuo di nome Remedio, e la scoperta di un libro antico e misterioso che custodisce le memorie della sua famiglia, i Sonoro.

La Gonzalez James esplora con destrezza la storia di una dinastia che affonda le proprie radici nel Messico del tardo Ottocento. Giocando abilmente con i temi del tempo e della memoria, l’autrice disvela con maestria i segreti di eredità familiari tormentate e debiti morali non ancora estinti, trasmessi come una maledizione ineluttabile attraverso le generazioni.

Senza mai perdere di vista il fascino e la tensione narrativa, il romanzo alterna magistralmente i diversi contesti storici, evitando sovrapposizioni ma offrendo un’esperienza di lettura variegata e stratificata. Oltre a intrattenere, l’opera invita a riflettere su temi universali quali colpa e destino, esaminando le opportunità di riscatto e riscrittura del proprio passato.

Uno dei punti di forza di “Le cento vite di Antonio Sonoro” è indubbiamente l’elemento mistico, che si integra coerentemente nell’intera struttura narrativa, fungendo da ponte tra il mondo visibile e quello invisibile. L’amalgama di magia e realtà conferisce all’opera una profondità che supera il mero racconto western, trasformandola in un’affascinante saga familiare di impronta epica, un romanzo di formazione e, soprattutto, un viaggio verso la redenzione.

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