Le opere destinate all’infanzia sono un fenomeno che affascina e coinvolge numerose persone, andando ad occupare spazi sempre più rilevanti all’interno delle librerie. Tuttavia, queste opere raramente ricevono l’attenzione che meritano da parte del pubblico adulto. Gli adulti, infatti, esercitano una significativa influenza su ciò che i giovani lettori scelgono di leggere: sono loro stessi spesso a scriverli, pubblicarli e acquistarli; molto spesso, sono proprio gli adulti a leggerli ad alta voce ai bambini. Di conseguenza, i libri per bambini meritano una discussione seria e ponderata.
Questa riflessione, proposta da Mac Barnett e pubblicata da Terre di mezzo Editore, si rivolge a un pubblico ampio, non solo ai cultori della letteratura per l’infanzia. Il saggio esplora il potenziale di quest’ultima, il ruolo rivestito dallo scrittore e l’incredibile capacità dei bambini di apprezzare grandi storie e vera arte. Barnett mostra come i bambini, con il loro genio innato e privo di confini, siano lettori ideali per la letteratura e perché questa debba essere considerata un’opera autentica e significativa.
Frequentemente, gli autori per l’infanzia si vedono domandare se abbiano intenzione di cimentarsi in “un vero libro”, alludendo alla scrittura di opere per adulti. Tuttavia, sottolinea Barnett, considerare i libri per bambini come opere minori implica erroneamente una visione dei bambini stessi come esseri umani incompleti. Questo significa sminuirli sia come individui che come lettori capaci di un profondo coinvolgimento emotivo e intellettuale nelle storie.
Pertanto, questo saggio si propone come una riflessione stimolante per il pubblico adulto, per rivalutare il proprio rapporto con la letteratura per l’infanzia. Le opere per bambini, infatti, non solo meritano rispetto e attenzione, ma possono offrire insegnamenti e piaceri autentici anche ai lettori adulti più esigenti. Il libro di Barnett rappresenta un invito a riscoprire l’importanza di questi testi e a riconoscerli come parte integrante della letteratura con la “L” maiuscola.