“Io sono una forza del Passato.
Solo nella tradizione è il mio amore.
Vengo dai ruderi, dalle Chiese,
dalle pale d’altare, dai borghi
dimenticati sugli Appennini o le Prealpi,
dove sono vissuti i fratelli.
Giro per la Tuscolana come un pazzo,
per l’Appia come un cane senza padrone.
O guardo i crepuscoli, le mattine
su Roma, sulla Ciociaria, sul mondo,
come i primi atti della Dopostoria,
cui io sussisto, per privilegio d’anagrafe,
dall’orlo estremo di qualche età
sepolta. Mostruoso è chi è nato
dalle viscere di una donna morta.
E io, feto adulto, mi aggiro
più moderno d’ogni moderno
a cercare i fratelli che non sono più”.
‘O testo è un po pesante, ma mi piace come descrive certe immagini della Roma antica e delle sue tradizioni. Passolini sapeva dipingere con le parole, anche se non lo capisco sempre benissimo…
Ma cosa voleva dire veramente con na cosa del genere? Forse era semplicemente un nostalgico o stava cercando di dirci qualcosa di più profondo sulla nostra società moderna?
Che parole potenti e nostalgiche. Pasolini riesce sempre a colpire al cuore con il suo legame alla tradizione e alla storia.