Nel panorama politico italiano, la figura del Presidente della Repubblica viene spesso percepita come quella di un «difensore civico», una sorta di guida morale e punto di riferimento nei momenti di crisi. Questo ruolo simbolico, incarnato anni fa da Sandro Pertini, è oggi ricoperto da Sergio Mattarella. Tale percezione si è manifestata chiaramente nell’accoglienza riservata al suo discorso di fine anno, un’occasione per riflettere sul presente e il futuro del Paese, in concomitanza con l’ottantesimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo.

Il discorso di Mattarella si è configurato come un’attenta analisi della situazione italiana, evitando toni compiacenti e puntando su un duplice registro comunicativo. Da una parte, il Presidente ha messo in evidenza gli aspetti positivi del contesto economico, sottolineando segnali «incoraggianti» relativi all’occupazione e definendo «positivi» dati su export e turismo. Non ha trascurato di evidenziare i numerosi esempi di comportamenti altruistici e coraggiosi, rappresentati simbolicamente dalla figura di Sammy Basso, che ha ispirato molti con la sua forza d’animo.

Dall’altra parte, Mattarella ha manifestato un crudo realismo nell’affrontare i problemi più scottanti che affliggono i cittadini, come l’inadeguatezza del sistema sanitario afflitto da lunghe liste d’attesa che compromettono la salute pubblica. Anche la sicurezza sui luoghi di lavoro è stata enfatizzata, dicendo che «occorre agire con responsabilità e severità» e denunciando la retorica vuota che sovente circonda questo tema. Altre questioni scottanti evidenziate includono le condizioni disumane nelle carceri, l’inaccettabile aumento dei femminicidi e le disuguaglianze nei servizi tra Nord e Sud.

Mattarella ha anche toccato la questione del patriottismo, ridefinendolo come una serie di atti quotidiani svolti con responsabilità dai cittadini comuni. Medici, insegnanti, imprenditori e volontari di ogni sorta vengono considerati patrioti per il loro contributo al bene comune.

In conclusione, il discorso del Presidente è stato percepito come un appello a ritrovare una coesione sociale e a riorganizzare il nostro vivere comune, particolarmente in un’epoca segnata da conflitti internazionali e da una crescente corsa agli armamenti. Il continuo riferimento a valori di solidarietà e responsabilità civica riflette il desiderio di un dialogo costruttivo e di un impegno collettivo verso un futuro migliore per l’Italia.

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