Dopo una lunga carriera di 18 anni come parlamentare e vari incarichi ministeriali nei governi Letta, Renzi, Gentiloni e Draghi, Andrea Orlando ha deciso di lasciare il Parlamento per assumere un nuovo ruolo nel consiglio regionale della Liguria. Questa regione, in cui Orlando è stato candidato presidente, è stata teatro della sua sconfitta per soli 8.400 voti contro Marco Bucci, candidato del centrodestra ed ex sindaco di Genova.

Orlando ha reso pubblica la sua decisione attraverso un video sui suoi profili social, affermando: “Rimango in Liguria per continuare la battaglia che ho iniziato candidandomi alle regionali, contro una destra arrogante e opaca, impegnata a fare gli interessi di pochi”. Ha sottolineato l’importanza della sua lotta contro una destra che, secondo lui, rappresenta un’oligarchia che potrebbe minare l’interesse generale e il futuro della regione, specialmente per le nuove generazioni.

Nel suo discorso, Orlando ha ribadito che l’opposizione deve fondarsi sulle priorità della sua campagna, tra cui la difesa della sanità pubblica e la promozione di una reindustrializzazione sostenibile in una Liguria in cui il mercato del lavoro è peggiorato, soprattutto per i giovani. Ha messo in evidenza la necessità di difendere settori cruciali come il turismo e il porto, puntando però su un’occupazione di qualità, stabile e ad alto valore aggiunto, possibile solo attraverso il rilancio dell’industria sostenibile.

Preparandosi per le elezioni comunali, Orlando ha in programma di riunire i suoi sostenitori a Genova, nel Teatro di Stradanuova, inaugurando così la nuova campagna elettorale. L’ex ministro vede in queste elezioni una sfida potenzialmente più favorevole, dato che il candidato del Partito Democratico si è già imposto nel capoluogo con un margine significativo di circa 18 mila voti. Orlando ha messo in guardia contro gli errori del passato, come le divisioni e i personalismi, sottolineando l’importanza di affrontare una destra che, a suo dire, risponde con attacchi personali anziché affrontare le questioni concrete.

Nonostante le difficoltà, Orlando si dice fiducioso, forte delle buone ragioni e dell’entusiasmo di numerosi sostenitori, considerando i risultati positivi ottenuti in alcuni importanti centri della regione come una solida base per ripartire.

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