Gianni Alemanno è stato trasferito al carcere di Rebibbia la sera di Capodanno, un evento che ha sollevato non pochi sospetti riguardo alle motivazioni dell’arresto. Tra coloro che si sono schierati in sua difesa vi è Marco Rizzo, il quale ha subito utilizzato i social per esprimere la propria opinione: «È stato colpito per le sue posizioni pacifiste?». Rizzo ha inoltre sottolineato che ad Alemanno è stata revocata la libertà condizionale, concessa al termine di una condanna che sarebbe scaduta tra pochi mesi.

Negli anni passati, Rizzo è stato uno dei fondatori di Rifondazione Comunista, mentre Alemanno era alla guida del Fronte della Gioventù. Nonostante le divergenze ideologiche di un tempo, i due si sono avvicinati negli ultimi tempi. Un anno fa, Alemanno ha partecipato al congresso di fondazione di “Democrazia sovrana e popolare”, una nuova formazione politica promossa da Rizzo. Quest’ultimo, d’altro canto, appoggia “Indipendenza!”, l’iniziativa di Alemanno, senza troppe preoccupazioni per la presenza di CasaPound al suo interno.

Rizzo, nonostante il passato politico di Alemanno segnato da accuse gravi, continua a difenderlo, paragonando l’attuale situazione politica a una canzone di Giorgio Gaber di trent’anni fa. Insiste sul fatto che le differenze tra destra e sinistra si siano attenuate, e che oggi esse ci appaiono come due facce della stessa medaglia. Non dà peso alle accuse di traffico d’influenze mosse contro Alemanno, vedendo nella sua condanna ai servizi sociali solo una questione di colletti bianchi. Aggiunge inoltre una critica alla giustizia italiana, sottolineando il caso di Mario Cerciello Rega, e suggerisce che l’arresto di Alemanno a Capodanno rappresenti una scelta simbolica.

Rizzo si dichiara oggi più vicino a figure come Fabio Filomeni e Roberto Vannacci, piuttosto che a esponenti della sinistra tradizionale come Piero Fassino, accusato di sostenere banche, Nato e Ue, contraddicendo, secondo lui, l’articolo 11 della Costituzione. Rizzo vede nel sostegno ai militari come Filomeni e Vannacci un percorso verso una pace autentica, cercando alleanze al di fuori del tradizionale schema politico.

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