Basterebbe vedere le facce di chi critica Draghi, per capire che bisogna fare del tutto per tenercelo stretto. Ma non vogliamo essere così superficiali. Cerchiamo di capire perché viene criticato da alcuni settori della nostra politica e della nostra società.
Ci sono i cinque stelle, soprattutto i trombati, quelli che sono stati estromessi da questo Governo, per palese incapacità e incompetenza, dopo aver partecipato all’abbuffata del precedente. Barbara Lezzi in testa. Questi personaggi, dopo aver tenuto in ostaggio la politica energetica di questo paese, con battaglie folli, ad esempio quelle contro la TAP e contro i rigassificatori, provocando un danno che ora stiamo pagando a caro prezzo. Oggi vorrebbero spiegarci come si fa, e sono in prima fila a dare la colpa a Draghi per il caro bollette. Quando i primi responsabili di questi rincari sono proprio loro, visto che hanno bloccato ogni iniziativa per diversificare il nostro mix energetico. Addirittura i cinque stelle nel Lazio hanno approvato una moratoria che blocca la costruzione di nuovi impianti energetici basati su rinnovabili.
Ci sono i no-vax, che imputano a Draghi l’attuazione di politiche liberticide dettate da chissà quale complotto, ordito dal “nuovo ordine mondiale”. Gli stessi che ora si sono riciclati putiniani.
Ci sono gli “intellettuali” del Fatto quotidiano. Da tempo ormai impegnati a venderci Conte e i cinque stelle, in tutte le salse. Pronti a dar ragione all’ex presidente del consiglio quando dice la qualunque, ma anche quando dice il suo esatto contrario. La loro credibilità lascia il tempo che trova.
Infine ci sono i famosi economisti della CGIL. Gli stessi che nel corso degli anni, hanno contribuito alla parte maggiore del nostro debito pubblico. Che difendono a spada tratta la spesa pubblica, con maggior vigore ideologico proprio quando questa è improduttiva. Della serie: proprio quando è improduttiva va difesa, se ci si vuol far notare. A difendere quella produttiva sono buoni tutti, infatti. Quelli che la meritocrazia è classista, prodotto del capitalismo cattivo, per intenderci.
Inviterei tutti quindi a pensarci molto bene prima di criticare Draghi, sia sul momento storico che viviamo che su chi potremmo trovarci al suo posto.