L’ex primo ministro e leader di Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte, ha rilasciato delle dichiarazioni riguardo Matteo Renzi, definendolo una “tigre di carta” a cui il Partito Democratico ha riaperto le porte. Un’apertura di spazi che, se confermata, vedrebbe un netto rifiuto da parte di Conte e del suo partito.
Il leader del M5S ha delineato la questione Renzi come un problema per la costruzione di un progetto alternativo e competitivo a Giorgia Meloni. La centralità di Renzi nel campo progressista, riacquistata grazie all’ambigua posizione di Schlein, rappresenta per Conte un fattore divisivo e distruttivo.
L’ex premier si è espresso duramente anche nei confronti di Renzi, reo secondo Conte di voler distruggere il M5S. Inoltre, l’atteggiamento di Renzi nei confronti del M5S è stato definito da Conte decisivamente non costruttivo e poco rispettoso.
Anche i votanti del Partito Democratico, se le dichiarazioni di Conte sono veritiere, non sembrano vedere di buon occhio un’eventuale alleanza con Renzi. Il leader del M5S afferma infatti che gli elettori del PD gli chiedono di tenere fuori Renzi dalla costruzione del progetto politico al fine di non inquinarlo.
Secondo Conte, Renzi rappresenterebbe una mina vagante nel caso di una vittoria alle elezioni, pronta a far esplodere il governo e a tenerlo costantemente sotto ricatto. La questione Renzi va al di là di un disagio personale: è legata all’affidabilità e alla credibilità dei compagni di viaggio.
Secondo l’ex Premier, far politica è diverso dall’ambizione renziana di fare affari in giro per il mondo. Infine, Conte si esprime fortemente contrario alla nomina di una figura come quella di Renzi, simbolo per lui di una politica lontana dai principi di etica pubblica e di contrasto all’affarismo. Su questo punto, il leader del M5S sembra molto deciso a non cedere.