Con l’ascesa di Giuseppe Conte a leader del Movimento 5 Stelle (M5S), si assiste al declino dell’originario spirito rivoluzionario che aveva caratterizzato il movimento. Un evento simbolico è stato il recente superamento della soglia del quorum del 50% più uno nei voti sulle nuove regole del M5S, registrando la partecipazione del 64,9% degli aventi diritto. Questo passaggio segna una svolta per il M5S, ormai lontano dalle idee radicate in Beppe Grillo, il suo fondatore. Con la definitiva eliminazione del ruolo di Grillo e il rafforzamento della leadership di Conte, il movimento cammina verso una nuova era.
Il processo di trasformazione è stato confermato quando gli iscritti hanno accettato modifiche fondamentali come l’abolizione del limite di due mandati per i parlamentari e la possibilità di alleanze politiche. Beppe Grillo aveva espresso il suo dissenso, descrivendo queste decisioni come un tradimento dei valori originari del movimento. La sua volontà di ripetere il voto, in qualità di vecchio garante, è stata però superata, con Conte che ha ribadito la volontà della base di superare questa figura ormai obsoleta.
Giuseppe Conte, in un post sui social, ha definito questo cambiamento come un’onda dirompente, affermando che il M5S si rifonda sulla base delle indicazioni degli iscritti, guardando con ottimismo al futuro. Tuttavia, alcuni osservatori vedono questo cammino come il tradizionale destino delle rivoluzioni, che iniziano con l’intento di portare cambiamenti radicali e si concludono per diventare parte dell’establishment che una volta criticavano. Una perfetta metafora si ritrova in George Orwell e nel suo “tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri”, sottolineando l’inevitabile compromesso che spesso si instaura tra ideali rivoluzionari e le strutture di potere.
Ora, Grillo ha unicamente la possibilità di percorrere la via legale per riappropriarsi del nome e del marchio M5S, mentre il movimento continua per la sua strada sotto la direzione di Conte. Questa evoluzione rappresenta una fase di transizione cruciale, in cui i Cinque Stelle si distaccano dalle loro radici anti-establishment per abbracciare una visione più istituzionale e moderata, portando molti a riflettere su quanto delle aspirazioni iniziali verrà mantenuto e quanto invece andrà perduto nel percorso verso il futuro.