Mikhail Kavelashvili, ex atleta del Manchester City e già deputato, ha assunto la presidenza della Georgia sotto l’effigie del partito di governo Sogno Georgiano, noto per le sue inclinazioni filorusse. Tuttavia, l’elezione è stata condotta da un collegio di 300 elettori, non attraverso un voto popolare diretto, suscitando contestazioni. Infatti, i rappresentanti dei partiti avversari, negando legittimità al Parlamento vigente, hanno scelto di boicottare il procedimento.
La Commissione elettorale della Georgia, dopo aver scrutinato i voti, ha confermato l’elezione di Kavelashvili con un totale di 224 preferenze su 300 possibili. Ciò ha innescato una seria crisi istituzionale, accentuata dal rifiuto del presidente uscente, Salomé Zourabishvili, di riconoscere l’elezione, in quanto considera invalido l’attuale contesto parlamentare e il collegio incaricato di scegliere il suo successore.
Contemporaneamente, le strade del paese sono animate da manifestazioni di sostegno alla causa europea, ormai da diciassette giorni. La piazza, alimentata dall’opposizione, accusa il partito Sogno Georgiano di voler risucchiare la Georgia nell’orbita di Mosca, distogliendola dal suo cammino verso l’Unione Europea e la Nato.
Proveniente dal mondo del calcio, Kavelashvili ha militato anche nella nazionale georgiana e in formazioni svizzere di rilievo. Sebbene il suo insediamento alla presidenza sia previsto il 29 dicembre, vi è una ferma resistenza da parte della presidente uscente Zourabishvili, la quale denuncia irregolarità delle consultazioni parlamentari del 26 ottobre, dove il partito di governo ha prevalso con il 54% dei voti, mentre le forze di opposizione si sono fermate al 38%.
Tra i primi provvedimenti del neoeletto presidente, figura la sospensione, fino al 2028, del processo di domanda di adesione all’Unione Europea, comunicazione che ha dato nuova linfa alle agitazioni civiche nelle principali città e nella capitale georgiana.