Durante un importante incontro al Forum della Cultura dell’olio e del vino, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha espresso preoccupazione riguardo la possibilità che vengano imposti dazi alle esportazioni italiane. “Nuove minacce sembrano profilarsi all’orizzonte, portando con sé politiche protezioniste senza giustificazioni, una chiusura dei mercati che appare inspiegabilmente isolazionista, e che potrebbe avere gravi ripercussioni su settori d’eccellenza come quello vinicolo e oleario”, ha dichiarato Mattarella. “Un ritorno all’autosufficienza condurrebbe l’Italia indietro nel tempo, all’agricoltura della prima metà del Novecento”.
Il presidente ha espresso comprensione per le preoccupazioni delle associazioni di produttori, che temono per il futuro delle esportazioni. Inoltre, Mattarella ha sottolineato come misure protettive potrebbero favorire l’aumento dei prodotti detti ‘italian sounding’, causando ulteriori danni alle filiere produttive del Paese. “Non è realistico pensare che i consumatori di altri continenti rinuncino ai sapori italiani che hanno ormai imparato ad apprezzare”, ha osservato.
Mattarella ha poi ribadito come il commercio e l’interdipendenza economica siano pilastri per la pace globale. Storia insegna che la conflittualità tra mercati rivali spesso sfocia in conflitti ben più gravi. I mercati aperti, al contrario, costruiscono solidi legami di cooperazione che tutelano la pace nel comune interesse.
“Dai vostri settori emerge quanto impegno si continui a dare alla qualità e alla salubrità dei prodotti, arricchendo il valore delle produzioni italiane”, ha sottolineato Mattarella, evidenziando il ruolo centrale dell’agroalimentare italiano nel panorama internazionale. “Oggi, insieme alla cultura, al design e alla tecnologia, il settore agroalimentare rappresenta un elemento di attrazione del lifestyle italiano”.
Riferendosi ad alcuni dati, il Presidente ha ricordato come l’Italia sia il secondo maggiore produttore mondiale di olio d’oliva, con un valore di export che si attesta intorno ai 3 miliardi di euro. Per quanto concerne il vino, nel 2024, il valore dell’imbottigliato ha superato i 14 miliardi di euro, con quasi 8 miliardi derivanti dall’export, rappresentati per il 90% dalle denominazioni di qualità.
Queste cifre testimoniano non solo la bellezza ma anche l’importanza della qualità italiana, con filiere che coinvolgono territori e competenze, generando benessere comune e affrontando fenomeni come l’abbandono delle terre negli anni successivi alla seconda guerra mondiale.
La preoccupazione del Capo dello Stato è palpabile, mentre incita a considerare con attenzione gli effetti delle scelte politiche sui settori strategici italiani.
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