Deporre un leader come Vladimir Putin non è certo come cambiare un fornitore o scegliere una nuova auto. La complessità dell’operazione non risiede solo nella difficoltà pratica di rimuoverlo dal potere, ma anche e soprattutto nella gestione della sua successione. In un paese come la Russia, dove il potere è profondamente radicato in strutture rigide e autoritarie, un vuoto di potere potrebbe avere conseguenze devastanti.

L’idea di lasciare una potenza nucleare come la Russia in balia dell’anarchia è probabilmente ancor più pericolosa di una dittatura. Gli enormi arsenali militari del paese rappresentano una minaccia globale che potrebbe sfuggire al controllo in uno scenario di caos interno. Basti pensare alle migliaia di testate nucleari disseminate nel territorio russo e a cosa potrebbe accadere se non fossero più sotto il controllo di una leadership stabile.

Un’altra terribile possibilità da considerare è quella di una guerra civile in Russia. Le conseguenze di un conflitto interno in una nazione così potente sarebbero nefaste non solo per il popolo russo, ma per la sicurezza mondiale. Una guerra civile in una Russia armata fino ai denti potrebbe destabilizzare l’intero ordine internazionale, innescando crisi su scala globale.

Nonostante questo, è probabile che qualcosa si stia muovendo sotto la superficie del regime propagandistico russo. Noi occidentali, storicamente, abbiamo spesso sottovalutato o frainteso le dinamiche interne di potere a Mosca. Il crollo del muro di Berlino, ad esempio, ci colse di sorpresa. Anche oggi, potremmo non essere completamente consapevoli dei cambiamenti sotterranei che potrebbero preludere a una svolta significativa nel futuro della Russia.

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