Piero Cipollone, con una lunga esperienza alla Banca d’Italia e in prestigiose istituzioni accademiche americane come Stanford e Berkeley, oltre ai vertici della Banca Mondiale, ha recentemente assunto il ruolo di membro del comitato esecutivo della Banca Centrale Europea (BCE), succedendo a Fabio Panetta. Quest’ultimo ora guida la Banca d’Italia, e il passaggio di testimone ha mantenuto una linea di continuità nei progetti chiave, tra cui lo sviluppo dell’euro digitale.
Sia Cipollone che Panetta esprimono preoccupazione per la debolezza dell’economia dell’area euro. I principali Paesi europei sembrano stiano affrontando una crisi strutturale nell’industria, con un gap crescente rispetto agli Stati Uniti. Cipollone sottolinea che competere con la Cina sul prezzo dei prodotti manifatturieri potrebbe essere una strada sbagliata da percorrere, considerando che anche massimizzando i dazi sulle auto cinesi non si otterrebbero significativi vantaggi competitivi.
Il problema principale si radica nella disparità di produttività rispetto agli Stati Uniti, particolarmente nei settori della tecnologia e della finanza. Le imprese europee, impiegando tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale, possono incrementare la produzione. Tuttavia, tale aumento spesso non corrisponde a un aumento del valore aggiunto, poiché i fornitori di queste tecnologie sono sovente monopolisti americani che traggono vantaggio dall’innalzamento dei prezzi dei servizi.
Innovare di più in Europa è essenziale, e il continente non manca di talenti e idee, come dimostrato dal numero di brevetti depositati. Tuttavia, molte aziende innovative europee si trasferiscono negli Stati Uniti, attratte dai vantaggi di un mercato vasto e dalle possibilità di accesso a capitali e agli investitori di rischio. La frammentazione del mercato interno europeo è un ostacolo significativo, equiparabile a dazi elevati sia sui beni che sui servizi, secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale.
Per affrontare tali sfide, Cipollone sostiene che l’Europa deve coniugare tradizione e innovazione, investendo di più e adottando una visione meno mercantilistica. Nonostante le preoccupazioni sulla competitività, l’area euro presenta un surplus di bilancia delle partite correnti che, se investito adeguatamente, potrebbe portare a considerevoli benefici economici. Le università e i fondi ci sono, ma è cruciale sfruttare meglio il mercato interno per emulare modelli di successo esterni.
Negli ultimi tempi, la BCE ha osservato revisioni al ribasso delle stime di crescita economica nell’area euro, alimentate dall’incertezza sulla politica commerciale degli Stati Uniti e da una lenta ripresa dei consumi. Sebbene il reddito disponibile delle famiglie sia cresciuto, l’aumento è stato trainato da fonti meno liquide, come interessi e rendite, che influiscono meno direttamente sul potere d’acquisto immediato.
In sintesi, Cipollone sottolinea la necessità di un’Europa più unita e innovativa per rispondere alle sfide globali, superando la frammentazione interna e sfruttando appieno le proprie risorse intellettuali e finanziarie.