Di tanto in tanto si affaccia questo partito. Ormai un habituè del panorama politico italiano, e non solo. Quando tutti sono d’accordo, le cose sembrano chiare, scontate, ecco che interviene.
Come un disturbatore molesto, preda di visioni di grandezza, sballate. Interviene nel dibattito pubblico, con il piglio di chi la sa lunga. E meno ne sa e più convinto è di sapere. Stravolgendo l’antico detto: “io so di non sapere”. Gli aderenti a questo partito, in realtà non sanno di non sapere.
Il partito ha trovato anche una sua cornice istituzionale, sugli scranni del parlamento italiano. Intervengono nei dibattiti parlamentari, con l’orgoglio dell’incompetenza. Con i fogli in mano, come si addice ad un vero parlamentare. Figli della teoria per cui proprio chi non sa, chi non ha nessuna esperienza, può avere l’innocenza di dire la cosa giusta. Quando tutti gli altri, il main stream, non hanno il coraggio di dirla. Ma anche qui non sa, che quella innocenza in realtà si chiama idiozia.
Di chi sto parlando? Molti di voi avranno già indovinato, ma per coloro che ancora non hanno colto la descrizione, posso dire che il mio pensiero va senza nessun dubbio ai 5 stelle.
Dopo averci allietato in tempi sereni con scie chimiche e finti sbarchi sulla luna, hanno lasciato il loro inconfondibile segno in tempo di pandemia, con una serie di panzane mica da ridere: si è andati dalla brutale negazione dell’esistenza del virus e terapie farlocche, con tanto di convegni organizzati in parlamento, a una serie di misure di contrasto agli effetti economici e sociali del virus, degni di un premio Nobel per la stupidità. Banchi a rotelle, monopattini elettrici, primule per inoculare il vaccino ecc.
Poi siamo entrati in guerra, ovviamente contrari alle armi, come se Putin grazie a loro non rappresenti una minaccia, forse, giustamente, ci tratterebbe come dei minorati mentali, pensando che votiamo questi cosi. Poi ora hanno la brillante idea di candidare l’esimio dottor professor Orsini. E pensare che proprio grazie alle loro sgangherate teorie, per cui il gas non ci serviva a niente, ed era inutile costruire gasdotti e rigassifficatori, che ci troviamo peggio, in questa crisi energetica, di tutto il resto d’Europa.
Ma ciliegina sulla torta, ultima uscita. Proprio quando uno, il sindaco, a Roma propone l’unica vera misura di cui la capitale ha bisogno, il termo-valorizzatore per trattare i rifiuti che soffocano la città. Loro si contrappongono dando il meglio del loro repertorio di follie, che farebbero solo ridere, se non ci fosse da piangere a pensare che c’è ancora qualcuno che li vota, e che ha stima del loro leader Giuseppe Conte.
Il partito della follia colpisce ancora.