La versione ungherese dell’Europa è forse la peggiore di questa sgangherata epoca. In Ungheria è andata in onda quella che è la vera guerra dei nostri tempi, quella tra il villaggio e la città. Della provincia contro la metropoli.
Questo tipo di guerra l’abbiamo già vista in precedenza. Nella Brexit ad esempio, dove le grandi città, Londra in testa, hanno votato per restare nell’Unione Europea, mentre le province hanno scelto in massa l’uscita. O nella elezione di Trump, in gran parte costruita nell’America profonda, quella dei piccoli centri, lontano dalle città. Lo stesso Orban ha costruito la sua fortuna politica nella provincia ungherese.
Ogni analisi politica dovrebbe partire da questo dato di fatto. La provincia è lontano dalle innovazioni sociali, e dalla comunicazione dei benefici che tali innovazioni portano. E la maggior parte delle persone vive in provincia. Questo porta a scelte spesso irrazionali, controproducenti. Certo ci si aspetterebbe che chi ha una responsabilità politica non soffiasse sul fuoco di queste differenze, al contrario lavorasse per appianarle, e per portare anche nella provincia il beneficio del progresso. Anche se questo non è facile, visto che per colmare il gap culturale occorre un lavoro molto impegnativo.
Leader come Orban, e non solo, invece non fanno altro che esaltare la cultura di provincia, con il solo scopo di trarne dei voti, per consolidare la propria posizione di potere. Senza mai essere chiari. Infatti il suo programma, se veramente fosse coerente con quello che propaganda, dovrebbe prevedere l’uscita dall’Unione Europea e dalla NATO. E’ impensabile infatti che l’Ungheria, che rappresenta una minima parte dei cittadini europei, possa imporre le proprie idee all’intera unione, sarebbe più coerente e onesto trarre le conseguenze di quello che si afferma ne consessi europei, e uscire dall’Unione. Ma gli ungheresi non sono gli inglesi, e resteranno in questa bolla molto ipocrita, dove da una parte si critica l’UE e la NATO, e dall’altra si prendono i soldi e la sicurezza che queste due organizzazioni garantiscono. Questo non fa onore, né ad Orban né al popolo ungherese.