In Italia, un disegno di legge sulla sicurezza sta suscitando forti polemiche e accuse di deriva autoritaria da parte di varie associazioni e partiti politici. Questo accade in un contesto nazionale dove spesso le leggi non vengono rispettate e situazioni come l’occupazione abusiva di case non hanno immediate e certe conseguenze legali. Gli occupanti illeciti di immobili, ad esempio, riescono spesso a evitare azioni penali o di sgombero, evidenziando una mancanza di effettività nell’applicazione delle norme vigenti.
Sabato 14 dicembre, Roma sarà il teatro di una grande manifestazione contro il cosiddetto “ddl Sicurezza”, il cui iter di approvazione è in corso al Parlamento. Un’iniziativa di protesta che vedrà la partecipazione di oltre cento pullman provenienti da tutta Italia. A scendere in piazza, nei pressi del cimitero monumentale del Verano, ci saranno una nutrita rappresentanza di attivisti, artisti, associazioni, sindacati e partiti politici, tutti uniti sotto la rete “A pieno regime”. Tra i più noti volti presenti, Elio Germano e Michele Riondino hanno espresso la loro preoccupazione per un Paese dove, sottolineano, rischierebbero di venire compromesse le libertà individuali e collettive.
Le critiche mosse al ddl riguardano specificatamente le misure che, secondo Amnesty International e altre organizzazioni, sarebbero gravemente lesive del diritto di protesta pacifica. Tra queste, l’estensione del daspo urbano che consentirebbe alle autorità di limitare l’accesso a spazi pubblici e mezzi di trasporto anche in assenza di condanne definitive. Inoltre, viene introdotto un aggravamento per il reato di blocco stradale, che da semplice illecito amministrativo diventerebbe un crimine sanzionabile con reclusione fino a due anni, colpendo così le manifestazioni di chi lotta per cause quali la tutela ambientale.
Negli istituti penitenziari e nei Centri di permanenza e rimpatrio, il ddl prevede ammende più severe per comportamenti di resistenza passiva, aggravando così una situazione già complessa a causa delle condizioni di vita all’interno di queste strutture. La normativa sembra essere disegnata per sopprimere le voci contrarie a grandi opere infrastrutturali, come il tanto discusso ponte sullo Stretto di Messina, senza offrire reali spazi di confronto democratico.
Altre disposizioni del ddl riguardano l’uso delle bodycam da parte delle forze dell’ordine durante le manifestazioni, problema che solleva preoccupazioni per la privacy dei cittadini. Tali strumenti, infatti, mancano di indicazioni precise sulle modalità d’uso e sulla gestione dei dati raccolti, rischiando di violare le normative sulla protezione dei dati personali.
L’approccio di varie parti del governo, in particolare degli esponenti della Lega, appare sempre più indirizzato a reprimere il dissenso, invece di affrontare con una visione di insieme i problemi sociali che animano le manifestazioni. Questa scelta rischia di esacerbare ulteriormente le tensioni sociali e di allontanare l’Italia dai principi fondamentali della democrazia e del rispetto dei diritti umani.