Nei corridoi di Palazzo Madama, sabato scorso, l’atmosfera era elettrica. Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato da sette legislature consecutive, è stato udito esclamare con entusiasmo al telefono: «È andata non bene. È andata benissimo. Che squadra meravigliosa che siamo…». Tuttavia, tale esaltazione non era diretta alla terza manovra finanziaria del governo Meloni, bensì ai successi calcistici della sua amata Inter, al seguito della vittoria a Cagliari. Questo episodio rivela un aspetto meno noto di Romeo: un appassionato tifoso nerazzurro, spesso coinvolto nelle trasferte più iconiche, come quella verso la finale di Champions League a Istanbul.
La sua posizione riguardo alla legge di bilancio appena approvata è più complessa. Mentre gli esponenti dell’opposizione, come Francesco Boccia, colgono l’occasione per stuzzicarlo su una presunta vicinanza ideologica, Romeo sembra fare un gioco di equilibrio. Da una parte, riconosce meriti al governo, citando iniziative positive come i provvedimenti per la natalità, la riduzione dell’Irpef per le fasce più deboli e il supporto alle imprese. Dall’altra, non si esime dal sollevare critiche e aspettative più ambiziose per la parte produttiva del Paese, sottolineando l’importanza di porsi obiettivi chiari per il futuro.
Questa dualità non passa inosservata all’interno del suo stesso partito, dove il peso delle sue parole è oggetto di discussione. In molti vedono in Romeo un possibile protagonista del “dopo Salvini”, un’ipotesi che lui stesso commenta con pragmatismo. Secondo Romeo, il segretario della lega potrebbe garantirsi un futuro politico duraturo diventando un “federatore”, ovvero recuperando e reimpiantando le radici nordiste all’interno di un progetto nazionale più ampio, senza però sacrificare le identità territoriali.
Romeo ha già dimostrato in passato di avere l’influenza necessaria per operare cambiamenti significativi, come quando, nel 2022, il suo intervento al Senato contribuì alla rapida conclusione del governo Draghi. Oggi, il suo ruolo di protagonista nella Lega lombarda e il suo approccio politico suggeriscono che stia tracciando una rotta ben definita, forse preparando il terreno per nuovi assetti all’interno della Lega stessa.
Con l’annuncio che il Parlamento avrà l’onere e l’onore di indirizzare le scelte del governo, Romeo lancia il proprio segnale: azioni più incisive sono attese per il prossimo anno. La domanda su un eventuale “altrimenti” rimane sospesa, un silenzio eloquente che lascia spazio a molteplici interpretazioni sul futuro politico del Carroccio e del suo capogruppo.