Un evento sfortunato ha segnato la conclusione della “Bella chat”, un’iniziativa avviata dall’ex direttore della Stampa, Massimo Giannini. Quest’ultimo, in occasione del 25 aprile, aveva riunito giornalisti, politici e intellettuali in un gruppo su WhatsApp, idealmente ispirato alle celebrazioni della Festa della Liberazione. Tra i partecipanti si annoveravano figure di spicco come gli ex premier Romano Prodi, Massimo D’Alema, Paolo Gentiloni ed Enrico Letta, esponenti del Partito Democratico e delle opposizioni come Stefano Bonaccini e Pier Luigi Bersani, e personalità del mondo editoriale del calibro di Carlo De Benedetti e Urbano Cairo. Anche cantautori come Venditti e Baglioni, scrittori tra cui Antonio Scurati, magistrati e giuristi facevano parte del gruppo.

Tuttavia, la decisione di Giannini di abbandonare la chat è legata a frequenti discordie tra gli iscritti, che talvolta hanno assunto toni tutt’altro che appropriati per uno spazio creato inizialmente come forum di dibattito libero, incentrato sulla figura della premier Meloni e sulla sua gestione governativa. In particolare, le accese polemiche tra Rula Jebreal e David Parenzo in merito a questioni complesse come il conflitto israelo-palestinese, il Libano e quello che viene definito il “regime sionista”, hanno destato notevoli perplessità.

Un esempio delle crescenti tensioni all’interno del gruppo è rappresentato da un’uscita critica, poi rientrata, da parte di Emanuele Fiano, e da molteplici interventi polemici su argomenti lontani dalle intenzioni originali della chat. Questo accumulo di dissidi ha portato il creatore della “Bella chat” alla decisione di chiudere definitivamente l’iniziativa, come comunicato dallo stesso Giannini via Instagram.

In seguito all’annuncio, il mondo digitale ha registrato numerosi inviti a spostarsi in altre chat tematiche. Tuttavia, non sono mancate le ironie sul fatto che una simile intellighenzia non sia riuscita a mantenere la funzione originaria del gruppo.

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