Nel 2017, prima che la Russia iniziasse il conflitto armato contro l’Ucraina, il presidente russo Vladimir Putin e il presidente italiano Sergio Mattarella si incontrarono a Mosca con un’agenda che comprendeva le crisi in Siria e Libia. Durante la loro discussione, accennarono anche alla situazione in Ucraina e alla questione irrisolta della Crimea. “Sono disposto a raggiungere un accordo, ma a Kiev non c’è un interlocutore affidabile”, dichiarò Putin, rispondendo a un suggerimento di Mattarella. Tuttavia, non trovò mai un interlocutore che riteneva affidabile, e il 24 febbraio 2022 lanciò l’attacco militare.
È incerto se Mattarella prevedesse questa mossa, ma una cosa è certa: da allora ha sempre criticato l’invasione e ha sostenuto la necessità di una “pace giusta”. Questo impegno è stato ribadito anche a Marsiglia pochi giorni fa. Recentemente, però, il presidente italiano è diventato oggetto di un forte attacco da parte della Russia: in campo mediatico e politico, Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, lo ha accusato di aver fatto osservazioni “blasfeme” e “paragoni offensivi, scandalosi e palesemente falsi” tra la Russia e la Germania nazista. La replica ufficiale di Mattarella è stata serena, invitando chiunque fosse interessato a rileggere il suo discorso del 5 febbraio per comprendere meglio il suo punto di vista.
Il fulcro del suo discorso era una lezione sui nuovi equilibri globali, e il presidente faceva riferimento agli anni Trenta, in cui il dominio piuttosto che la cooperazione portò a guerre di conquista. Richiamava la natura delle aggressioni odierne, come quella russa in Ucraina. Mattarella ha cercato di spiegare come la storia passata possa illuminare il presente, caratterizzato da numerose incertezze, includendo le difficoltà delle organizzazioni multilaterali e l’emergere di nuove forme di autoritarismo.
Questa visione ha trovato consenso in Italia, con attestati di vicinanza alla sua posizione da parte della premier Meloni, ministri e altri rappresentanti politici e istituzionali. Nel 2018, Mattarella aveva già subito attacchi sui social media, ritenuti provenienti da una fonte unica localizzata probabilmente in Russia, ma allora la reazione fu meno unanime rispetto a oggi.
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