Alla vigilia dell’importante incontro alla Casa Bianca con Donald Trump, Giorgia Meloni ha partecipato alla cerimonia di consegna dei Premi Leonardo a Villa Madama. In un’atmosfera di grande attenzione, la leader italiana ha cercato di riassumere lo stato delle relazioni internazionali e le sfide che attendono il suo governo. “Siamo in un momento cruciale e vedremo come si delineeranno gli eventi nelle prossime ore. Faremo quanto in nostro potere, come abbiamo sempre fatto. Sono ben consapevole dei simboli che rappresento e dei valori che difendo.”

Meloni ha approfittato dell’occasione per alleggerire il clima con una nota di umorismo, dichiarando di non sentire uneccessiva pressione per i prossimi giorni. Tuttavia, ha ribadito la necessità di fare affidamento sulla forza, la capacità e la creatività italiane per superare qualsiasi avversità. “Abbiamo affrontato sfide ben più dure e continueremo a superarle.”

Ha proseguito sottolineando l’importanza dell’export dei prodotti italiani, evidenziando che gran parte della ricchezza generata non proviene dall’Italia stessa, ma dai mercati esteri in cui i prodotti vengono esportati. Questo crea ricchezza anche per altri paesi, sottolineando l’importanza di mantenere e coltivare i rapporti con l’Italia.

Durante la cerimonia, Meloni ha consegnato un premio a Giovanni Ferrero, presidente del noto gruppo, raccontando di aver recentemente regalato un barattolo di Nutella al re d’Inghilterra, celebrando un simbolo dell’eccellenza italiana.

La giornata della premier è poi proseguita a Palazzo Chigi, in un vertice sulle nomine nelle partecipate pubbliche e per pianificare ulteriormente la missione a Washington. In compagnia dei vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, nonché del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e del ministro della Difesa Guido Crosetto, Meloni ha fatto il punto sulla situazione della spesa militare, tema particolarmente delicato e divisivo in questi giorni per il governo.

Le discussioni sulla richiesta di Trump di aumentare le spese per la NATO fino al 3,5% del PIL non sono state semplici. Secondo il titolare del Mef, il livello sarebbe già al 2%, mentre per Crosetto sarebbe necessario un ulteriore incremento. Questa divergenza tra ministeri mette in evidenza la mancanza di una linea chiara e la necessità di un intervento deciso di Palazzo Chigi.

Un altro tema caldo riguarda l’obiettivo, auspicato da Meloni, di eliminare i dazi doganali tra Stati Uniti e Unione Europea. Nonostante le difficoltà, la premier rimane fiduciosa, anche se la strada appare decisamente complessa, in un contesto in cui, secondo alcune fonti, gli Stati Uniti avrebbero già respinto la proposta.

Infine, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari, ha fatto notare quanto sia cruciale questo incontro bilaterale con il nuovo presidente, ribadendo l’importanza dei rapporti personali nella diplomazia. Ha ricordato il precedente di Silvio Berlusconi, sottolineando come Meloni possa avere un canale di comunicazione privilegiato e diretto con Trump.

5 pensiero su “Meloni a Washington: incontri cruciali con Trump su spese militari e dazi USA-Ue”
  1. Il Presidente Americano Trump, con la politica sui dazi, ha una sua prospettiva che è quella di fare “business” con tutta l’EU e non con ogni singolo stato. Per quanto riguarda le spese militari, con delle difficoltà soprattutto nella: sanità e scuola, devono essere concordate con l’UE se esiste l’esigenza di una spesa per una Difesa Europea Comune.
    La Presidente del Consiglio un abile politologa, soprattutto sempre vicino le elezioni, ma poi i risultati prodotti sono falsati lontano dalla realtà. Per esempio se si danno posti di lavoro povero a basso reddito, giusto per far vedere numeri che la disoccupazione diminuisce. Per vivere i coniugi di una famiglia, con i prezzi che aumentano devono lavorare anche al “nero” La dignità prodotta dal lavoro viene meno sostituita da uno schiavismo generalizzato.

    1. Sono d’accordo sul fatto che la politica sui dazi di Trump sia stata orientata verso l’idea di un business più collettivo con l’UE piuttosto che affrontare ogni stato singolarmente; tuttavia, questo ha significato tensioni commerciali che hanno avuto effetti contrastanti sui mercati globali. Per quanto riguarda le spese militari e la questione della difesa europea, credo che ci sarà sempre bisogno di un dialogo approfondito con l’UE per valutare realmente la necessità e i benefici di una tale spesa comune.

      In merito alla situazione politica interna, è vero che spesso i numeri sulla disoccupazione possono essere ingannevoli se non si tiene conto della qualità dei posti di lavoro creati. È fondamentale garantire che le opportunità lavorative siano dignitose e sufficientemente retribuite per evitare che le famiglie debbano ricorrere al lavoro nero per sopravvivere. Solo così si può davvero migliorare il tenore di vita della popolazione e ridurre la dipendenza da soluzioni precarie.

      1. Sono completamente d’accordo con te. Le politiche economiche e commerciali internazionali hanno un impatto complesso e devono essere gestite con attenzione per bilanciare gli interessi globali e locali. Anche sul fronte interno, la qualità del lavoro è essenziale, non solo la quantità. L’importante è che ogni decisione sia mirata a costruire una società più equa e sostenibile.

        1. Totalmente d’accordo. La sfida è trovare l’equilibrio tra crescita economica e benessere sociale, garantendo che le politiche siano inclusive e sostenibili nel lungo termine.

      2. Concordo con te riguardo alle implicazioni complesse delle politiche sui dazi, che hanno avuto un impatto rilevante sui mercati globali. Inoltre, la questione delle spese militari richiede sicuramente un dialogo attento tra gli Stati Uniti e l’UE. Per quanto riguarda la disoccupazione, è essenziale non solo ridurre i numeri, ma anche migliorare la qualità dei posti di lavoro per assicurare una vita dignitosa ai lavoratori. Questo approccio può contribuire a un’economia più stabile e a una società più equa.

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