Nelle recenti discussioni politiche, Giorgia Meloni e Carlo Calenda hanno mostrato una certa affinità su alcune tematiche, pur mantenendo divergenze significative su altre. Durante il congresso di Azione, Meloni è stata accolta calorosamente, quasi come fosse a casa, con applausi e momenti di umorismo condiviso. Il confronto tra la premier e il leader centrista ha evidenziato un’intesa su questioni come l’Ucraina, la riforma della giustizia, l’opposizione al green deal, il nucleare e una nuova regolamentazione per l’acqua pubblica. In questi ambiti, le posizioni sembrano convergere al punto da apparire appartenenti al medesimo schieramento politico.
Tuttavia, le differenze emergono nettamente su temi strutturali come l’Europa, la riforma costituzionale e l’autonomia, su cui le opinioni di Meloni e Calenda restano distanti. Non mancano critiche congiunte nei confronti delle politiche dell’ex premier Giuseppe Conte, definite pesantemente negative, e una certa unanimità nel giudicare sfavorevolmente l’atteggiamento di Matteo Salvini riguardo alle spese militari.
L’approccio ai rapporti internazionali vede invece uno scarto maggiore, in particolare rispetto a Donald Trump. Eppure, quando Calenda insiste sull’importanza di rispondere con determinazione ai dazi, Meloni esprime il suo consenso, seppur sottovoce. Comprendendo la situazione geopolitica, Calenda riconosce la posizione di Meloni e l’importanza per l’Italia di mantenere saldo il legame con gli Stati Uniti.
L’evento, che vedeva in prima fila personalità come Gentiloni, Monti, Donzelli, Richetti e Picierno, è stato un’occasione per ribadire l’impegno verso l’Europa, pur con riserve sulla gestione attuale. Alla chiusura del congresso, le reazioni dei partecipanti, specialmente dei giovani, sono state entusiaste. Tuttavia, Calenda tiene a precisare che un suo ingresso nel governo sarebbe fuori discussione, una posizione ribadita con evidente sorpresa all’idea.