Il governo italiano mantiene saldamente la rotta verso l’Albania, con Giorgia Meloni determinata a non fermarsi davanti alla mancata convalida del fermo di 43 migranti da parte della Corte d’appello. La premier prosegue nella sua strategia, confermando la decisione di ricorrere in Cassazione, e vede la pausa nel giudizio come un segno di fragilità della magistratura, percepita come un tentativo di compromettere la politica dell’immigrazione. L’attitudine risoluta di Meloni si riflette in una critica aperta verso i giudici che, secondo lei, cercano di influenzare la linea governativa.

In un contesto di crescenti tensioni, Palazzo Chigi si sente rafforzato nel portare avanti le proprie azioni senza attendere il pronunciamento della giustizia europea. Il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari accusa la Corte d’appello di non rispettare la posizione della Cassazione, secondo cui spetterebbe al governo definire i “Paesi sicuri”. Questa narrativa sembra risuonare bene con parte dell’elettorato, come dimostrano i dati positivi delle rilevazioni d’opinione.

L’opposizione, tuttavia, vede in questa fermezza una deriva simile a quella trumpiana, mentre per Meloni si tratta di una conferma della giustezza dell’azione governativa. Le critiche rivolte ai magistrati, ritenute un tentativo di contrastare il lavoro della destra, si estendono anche al caso Almasri, il torturatore libico rimpatriato con l’aiuto di un volo di Stato, episodio che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati della premier e di alcuni ministri.

Dopo l’incontro con il presidente Sergio Mattarella, il quale non era stato informato del provvedimento giudiziario, Meloni ha ribadito l’impegno a difendere il governo dalle accuse, considerate infondate e arbitrarie. È emersa anche la notizia di un dossier preparato dal centro studi di Fratelli d’Italia, mirato contro il procuratore Francesco Lo Voi, accusato di avere ambizioni internazionali suscitando l’ira della cerchia governativa.

Nonostante le proteste delle opposizioni e l’intensificazione degli sbarchi di migranti, il governo continua ad accelerare l’operazione in Albania, convinto della propria correttezza e sostenuto da una strategia che sfrutta il favore dei social e una solida base di consensi. La sfida tra il governo e il potere giudiziario rimane aperta, con nuove implicazioni politiche e sociali all’orizzonte.

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