Al raduno giovanile di Atreju, l’esuberante leader argentino Javier Milei ha infiammato la platea con il suo appello a una “rivoluzione culturale”, come sottolineato dalla premier italiana Giorgia Meloni. “Viva la libertad, carajo” è stato il grido ripetuto più volte con entusiasmo dai presenti, un’eco che ha superato persino l’incitamento della stessa Meloni. In questo contesto vibrante, la premier ha presentato Milei come un alleato prezioso, definendolo un protagonista di cambiamento in una “nazione sorella” all’Italia. La politica dei sussidi, secondo entrambi, sarebbe una via pericolosa verso il fallimento, con il lavoro che rimane l’unico vero antidoto alla povertà.

Milei, accolto da una standing ovation, ha portato con sé una cartellina blu e si è introdotto al pubblico con gesti simbolici di saluto e gratitudine. Ha poi elogiato Giorgia Meloni per il suo coraggio e capacità di affrontare situazioni complesse, prima di esprimere il suo netto rifiuto verso l’Onu e il suo apprezzamento per personalità come Elon Musk, comparato a geni del calibro di Leonardo o Michelangelo. Ha sollevato anche il tema dell’aborto, proponendo una metafora controversa per esprimere il suo punto di vista contrario.

Richiamando le radici comuni tra italiani e argentini, Milei ha evocato il legame di sangue tra le due nazioni, definendosi quasi in famiglia piuttosto che tra amici. Ha poi ribadito che il suo approccio non tradizionale alla politica sta portando risultati sorprendenti, in contrapposizione al fallimento delle vecchie ricette politiche, esaltando le virtù della destra in confronto alla sinistra, da lui descritta in termini decisamente critici.

Nel suo intervento, Milei ha delineato un cambiamento epocale in corso, sostenendo la necessità di un “internazionale derechista” per sfidare il socialismo “woke”, e ha enunciato il suo decalogo di principi politici. Ha asserito che ogni programma di governo dovrebbe fondarsi sulla verità, mentre la destra deve combattere con la determinazione di una “falange romana”. Ha insistito sull’importanza dell’attacco come miglior difesa e sull’inutilità di spiegare a chi non lo merita.

Milei ha anche evidenziato l’importanza di non tollerare l’intollerante, di imparare dagli errori passati, e di non scambiare mai le idee per voti, suggerendo che per affrontare il “male organizzato” serva un “bene organizzato”. Chiunque sia contrario al loro programma va allontanato, ha affermato, evocando la famosa massima: “Roma non paga i traditori”. L’entusiasmo della sala ha raggiunto il culmine con il grido finale di “Libertà, vaff…”.

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