Nel contesto della città di Bologna, si ripresenta ciclicamente una questione complessa legata alla gestione economica del Partito Democratico: la difficoltà di sostenere i costi elevati degli immobili di proprietà, un lascito dei tempi di abbondanza dei circoli, contrastato oggi da un numero nettamente inferiore di iscritti e una politica sempre più virtuale. La trasformazione dei beni immobiliari delle fondazioni rappresenta un tema delicato e cruciale.

Il patrimonio degli ex Democratici di Sinistra, con la costituzione del Partito Democratico, è stato tutelato attraverso una rete di fondazioni presenti su tutto il territorio nazionale. A Bologna, questa ricchezza è stata affidata alla Fondazione Duemila. Tuttavia, nel corso del tempo, la sezione bolognese del PD ha accumulato un debito cospicuo, stimato intorno ai 4 milioni di euro, proprio con la suddetta Fondazione, a causa di affitti non corrisposti.

Una strada possibile che si sta esplorando è la cessione di una parte degli immobili dem. Nella capitale, una decisione simile ha portato alla vendita di sedici sedi, inclusa la storica sezione di San Lorenzo. A Bologna, i piani prevedono la restituzione di circa il 40% delle proprie sedi alla Fondazione Duemila. Tale piano coinvolgerebbe una quarantina di proprietà su un totale di ottantasette, mettendo a rischio anche luoghi emblematici come la Casetta Rossa di via Bastia e il Passepartout di via Galliera.

Tuttavia, ogni rimedio di natura così radicale suscita comprensibili preoccupazioni tra iscritti, volontari e militanti che vedono nei circoli non solo un luogo fisico, ma uno spazio di riferimento cruciale per l’identità del partito. Per affrontare la questione con sensibilità, si è cercato di lavorare in modo discreto e coinvolgente, in collaborazione con le varie componenti del contesto politico bolognese.

L’ex senatore Claudio Broglia, a capo della Fondazione Duemila e dell’Immobiliare Porta Castello, vede emergere l’esigenza di rendere economicamente sostenibili queste proprietà. Il suo obiettivo è preservare il patrimonio costruito dai volontari nel tempo, anche se ciò significherà un cambiamento nella fruizione dei beni. Due anni fa, la storica Casa del Popolo di via Dozza fu messa in vendita; ora si esplora la possibilità di nuove locazioni per mantenere viva la memoria storica del partito, magari anche con l’installazione di targhe commemorative.

Tra queste dinamiche complesse, si svolgerà il dibattito nella direzione del 20 gennaio, in cui il PD di Bologna dovrà affrontare una decisione importante per il presente e il futuro dei suoi beni immateriali e del suo retaggio culturale. Claudio Broglia sottolinea l’importanza di soluzioni sostenibili, ma anche la difficoltà delle scelte che il partito deve compiere per mantenere vivo il patrimonio dei suoi iscritti.

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