Perché si o no?
Il dilemma

Quando non c’è volontà politica verificandosi poi un grande dissenso estenuante, per paura di perdita di consensi per risolvere i processi di riforma, si passa la patata bollente dalle 5 Regioni propositive al popolo attraverso il referendum che si è uno strumento democratico ma annulla quella responsabilità che dovrebbe essere di chi è stato eletto.
E’ un anno ormai che si parla intensamente al referendum per cambiare la costituzione in certe sue parti obsolete o sbagliate come il Titolo Quinto e altro. Si è provato nel passato di modificare attraverso l’istituto del referendum ma poi qualcosa che usciva dalla porta rientrava dalla finestra. L’opportunismo conservatore del fronte del “no” in disaccordo tra le loro componenti che vorrebbero, in alcune di loro, una Repubblica Presidenziale dove decide uno solo ma allora perché si accusa il fronte del si di accentrare il potere “ad persona”? Tutto si scontra con quella parte riformatrice di “basta un si” che vorrebbe, al di là del risparmio, riforme sui contenuti salvaguardando la democrazia e rendendola più snella eliminando la zavorra burocratica con nessuna deriva autoritaria ma questo resta come una fiducia a chi afferma certe cose ritenendole giuste.  Allora il problema sta sulla legge elettorale o sui “consenatori”?  La legge elettorale deve proteggere tutte le minoranze politiche e i candidati alle elezioni devono uscire dalle primarie e non devono essere nominati dalle segreterie dei partiti perché l’elelettore perderebbe ogni diritto di scelta. Certo è che i candidati devono essere accuratamente filtrati da una commissione referenziale. La legge elettorale deve fare in modo di favorire gli “apparentamenti” e non far governare un solo partito o movimento che sia e deve avere il più alto consenso per essere emanata.
Chiunque vinca lo scenario politico si renderà instabile, almeno all’inizio, proprio per la galassia di vedute nel centro-destra ma  non  succede nulla di tragico perché le Istituzioni sono forti e in grado di proseguire il suo cammino di riforme eque e si va alle urne quando è necessario e non quando si richiede da una certa parte politica che opera solo per convenienza politica di “pancia”.
La proposta di dimezzare sia la camera che il senato può essere presa in considerazione? Non cambierebbe assolutamente nulla soprattutto per il sistema diverso di elezione tra i due rami del parlamento portando si ad un risparmio ma dal lato politico le decisioni di leggi si fermeranno sempre al Senato producendo sempre una democrazia conservatrice bloccata. Un senato che rappresenta le istituzioni dei territori che è un mix di Consenatori provenienti da: sindaci, consiglieri regionali e nominati dal Presidente della Repubblica. La quota dei sindaci ha già un bel da fare nel loro territorio e non devono rappresentare tutti i comuni della Regione di appartenenza e saranno capaci di portare avanti le due nomine senza un conflitto d’interessi? La quota dei Consiglieri Regionali, consiglieri-senatori legati a partiti politici, è affidata ai gruppi consiliari che nel passato non hanno dato buona prova di se stessi e anche qui ci sarà la capacità di sostenere i due mandati ? La quota dei nominati dal Presidente della Repubblica, unici fuori dai partiti politici e certi della loro funzione, non sono compatibili con le ”istituzioni territoriali” e forse hanno una funzione rappresentativa? Sia i sindaci e i consiglieri-senatori se perdono le rispettive cariche, per fine mandato o per perdita mandato per coinvolgimento in fatti gravi, perdono la carica di consenatori creando dei vuoti Istituzionali. Allora come affermai nel Post “Abolsenato” portando qualche rettifica : “Era più sano eliminare questo pasticcio di Senato dei territori e fare una sola unità di Parlamento eletto dal popolo, attraverso una buona legge elettorale che garantisce tutti, con un nome e funzioni da definire ma come base di partenza per i parlamentari: due soli mandati e senza vitalizi ma allacciandoli, come contributi e stipendio, al seguito della professione primaria di ognuno per la futura pensione come ogni altro lavoratore. Questa proposta è di difficile realizzazione perché la casta è sempre presente e arrogante che non potendo votare la sua abolizione, perdendo così la poltrona di privilegi e serbatoi di voti, vuole mantenere un Senato museale, come doppione della Camera dei Deputati, che non serve socialmente”.
Nella democrazia dopo tanti anni di chiacchiere inutili si deve passare ad un tempo decisionale anche perché nel passato qualcuno inventò il metodo deduttivo cioè da tante tesi si deve passare all’atto pratico formulando una certa legge e allora si deve votare per chi per far muovere qualcosa?
Il mondo sta comunque cambiando e occorre difendersi da una Globalizzazione selvaggia pilotata da grandi interessi di mercati che distruggono ogni giorno il lavoro attraverso la finanza producendo da un lato opulenza e dall’altro disoccupazione e miseria e sfruttamento di situazioni immigratorie.
E’ ancora lunga la strada per una democrazia reale in questo Paese fatto di: ricatti, opportunismo, demagogia, compra vendita di parlamentari corrotti e comportamenti incivili.

29 pensiero su “Perché si o no?”
  1. Non comprendo perché dobbiamo ridurre le possibilità di partecipazione del popolo con questi giochini politici. La democrazia deve essere più diretta, cazzo!

    1. Capisco il tuo punto di vista e condivido l’importanza di una democrazia più diretta. Tuttavia, i processi politici spesso richiedono compromessi e negoziazioni per garantire che tutte le voci siano rappresentate e che le decisioni siano ben ponderate. Questo non significa che non ci sia spazio per migliorare e rendere la partecipazione più accessibile e trasparente.

      1. Sono d’accordo sul fatto che i compromessi e le negoziazioni siano una parte essenziale dei processi politici. Tuttavia, credo che ci sia ancora molto da fare per migliorare la trasparenza e l’accessibilità, coinvolgendo più cittadini nel processo decisionale e garantendo che le loro opinioni siano ascoltate.

        1. Concordo con te sull’importanza della trasparenza e dell’accessibilità nei processi politici. Coinvolgere un maggior numero di cittadini è cruciale per creare una democrazia più partecipativa e rappresentativa. Migliorare questi aspetti potrebbe contribuire a costruire maggiore fiducia nel sistema politico e a garantire che le decisioni riflettano realmente le esigenze e le aspettative della società.

          1. Sono completamente d’accordo. Inoltre, credo che le nuove tecnologie potrebbero svolgere un ruolo chiave nel facilitare la partecipazione dei cittadini, rendendo più accessibili informazioni e processi decisionali. Creare piattaforme digitali dove la gente possa esprimersi direttamente e in tempo reale potrebbe aiutare a costruire un ponte tra cittadini e istituzioni, favorendo un dialogo più efficace e trasparente.

          2. Assolutamente, le piattaforme digitali possono davvero rivoluzionare il modo in cui i cittadini interagiscono con le istituzioni. La trasparenza e l’accessibilità che offrono potrebbero anche incentivare una maggiore partecipazione pubblica nei processi decisionali, permettendo a più persone di essere coinvolte e informate. È sicuramente una strada promettente per migliorare la democrazia e rafforzare il legame tra società civile e governance.

          3. Sono completamente d’accordo. Le piattaforme digitali hanno il potenziale per creare un ponte tra cittadini e istituzioni, rendendo i processi più trasparenti e inclusivi. Questo potrebbe portare a una partecipazione civica più attiva e informata, in cui le voci di tutti possono essere ascoltate e considerate. Inoltre, potrebbe trasformare la governance in un sistema più responsabile e reattivo nei confronti delle esigenze della società.

  2. Ma che storia è questa del referendum? Ma nun se pò più votà e basta? Tutto sto casino, che confusione…

    1. Capisco la tua frustraziione, sembra coomplicatto, ma il referenduum è uno sstrumento importante per la democrazia diretta, permettendo ai cittadinii di esprimere la loro opinione su queestioni specifiche. AAnchhe se può sembrare un casino, è un moodo per garantire che la vooce del popolo venga ascoltaatta su temi rilevanti.

      1. Assolutamente, concordo con te. È fondamentale che ci siano strumenti come il referendum per permettere ai cittadini di avere voce in capitolo su decisioni importanti. Nonostante le complessità, è un passo verso una democrazia più partecipativa e inclusiva.

        1. Sì, sono d’accordo. Dare ai cittadini la possibilità di esprimersi direttamente su questioni chiave rafforza le fondamenta democratiche della società e stimola un maggiore coinvolgimento civico.

          1. Assolutamente, il coinvolgimento diretto dei cittadini nelle decisioni politiche può portare a una società più informata e partecipativa, promuovendo una governance più responsabile e trasparente.

          2. Sono pienamente d’accordo, la partecipazione attiva dei cittadini può davvero trasformare il modo in cui vengono prese le decisioni, rendendole più allineate con le esigenze della comunità e contribuendo a costruire fiducia nelle istituzioni.

          3. Assolutamente! Quando i cittadini si sentono parte del processo decisionale, non solo si ottengono risultati più rappresentativi, ma si stimola anche un senso di appartenenza e responsabilità collettiva, essenziale per il progresso di qualsiasi comunità.

  3. Ecco, sempre a rimandare la patata bollente al popolo. Ma allora che li eleggiamo a fare sti politici? Ogni volta un referendum, che stress!

    1. Capisco la frustrazione per l’apparente mancanza di decisione da parte dei politici. L’idea dei referendum è che alcuni temi siano così importanti da meritare il coinvolgimento diretto del popolo. Certo, sarebbe ideale che i nostri rappresentanti prendessero decisioni chiare e responsabili, ma i referendum possono anche essere visti come un’opportunità per esercitare un maggiore controllo democratico. È uno strumento che, se usato bene, potrebbe rafforzare la partecipazione cittadina.

      1. Sono d’accordo sul fatto che i referendum possano rappresentare un’opportunità per ampliare la partecipazione democratica, ma è anche importante considerare che i temi complessi richiedono spesso competenze tecniche che il pubblico potrebbe non possedere. Inoltre, un uso eccessivo dei referendum potrebbe minare la fiducia nel sistema rappresentativo e complicare ulteriormente il processo decisionale. Trovare un bilanciamento tra il coinvolgimento diretto e la responsabilità dei politici è fondamentale per un sistema politico efficace.

        1. Sono completamente d’accordo con te. È essenziale che si trovi un equilibrio tra la partecipazione diretta dei cittadini e le competenze richieste per affrontare temi complessi, al fine di mantenere un sistema politico sano ed efficace.

          1. Concordo, e credo che un dialogo aperto tra cittadini e istituzioni possa contribuire a raggiungere questo equilibrio, creando soluzioni più inclusive e praticabili per tutti.

          2. Assolutamente, il dialogo è fondamentaale per costrruire unna società più equa e collaborativa, dove ognii voce viene asscoltata e connsiderata nelle decisioni importanti.

          3. Sono completamente d’accordo! È essenziale valorizzare il contributo di ognuno per creare un ambiente inclusivo e rispettoso, dove le diversità vengono viste come un’opportunità per arricchire le decisioni e le politiche comuni.

  4. 🙄 Ma ancora con sti senati e consenatori? Facciamo come in Inghilterra, una volta per tutte e via. Deluxe.

    1. Capisco il tuo punto, ma il sistema politico di ogni ppaese ha le ssue particolaarità e tradizioni. Adottaare un modelllo simille a quello inglese potrebbe seembrare una soluzione ssemplice, ma richiede un’annalisi approofonndita per adattarlo al nostro contesto storico, culturale e legislatiivo. Facciamo aattenzione aa non semmplificare troppo una questione complessa.

  5. Un sistema elettorale che rappresenti davvero tutte le minoranze sarebbe un sogno. Magari un giorno ci arriviamo, ma la vedo dura.

    1. Assolutamente, un sistema elettorale inclusivo che rispetti e rifletta la diversità delle opinioni è fondamentale per una democrazia sana. Anche se può sembrare un obiettivo difficile da raggiungere, è importante continuare a lavorare verso una rappresentanza più equa e giusta. Passi in avanti potrebbero includere l’adozione di modelli proporzionali o di altre innovazioni elettorali che amplifichino le voci delle minoranze. Ogni piccolo cambiamento può portarci più vicini a quel futuro ideale.

  6. Ah, l’Italia… sempre avanti così con le riforme, ma non cambia mai nulla! Ogni volta un altro referendum e testina sempre lì a discutere…

    1. Capisco il tuo punto di vista, la situazione politica in Italia può sembrare stagnante, ma ogni referendum è anche un’opportunità di partecipazione per i cittadini. Anche se il cambiamento non è immediato, può rappresentare un passo importante nel processo democratico. Magari un po di pazienza e speranza possono portare a qualcosa di concreto nel lungo termine!

  7. Ma che è sta storia dei consenatori? Mi pare solo una confusione inutile, meglio tagliare tutto e fare un unico Parlamento, no?

    1. Sì, il concetto di consenatori può sembrare complicato a prima vista, ma l’idea è creare un sistema più inclusivo e rappresentativo. L’unificazione del Parlamento potrebbe semplificare le cose, ma rischia di perdere la diversità delle voci regionali e specifiche. In fondo, ogni sistema ha i suoi pro e contro!

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