Matteo Salvini, leader della Lega, continua a sorprendere e a suscitare preoccupazioni nella politica europea con il suo stile politico diretto e senza filtri. Indifferente alle posizioni della premier Giorgia Meloni, con cui dovrebbe collaborare come vice, Salvini si comporta come un fervente sostenitore di figure controverse che seminano timore tra le democrazie del continente. Tra i suoi idoli spiccano Donald Trump e Elon Musk, quest’ultimo noto per i suoi progetti oltre il confine della realtà, come la colonizzazione di Marte.
Salvini non nasconde una simpatia mai celata per la Russia, desiderando addirittura celebrare con la vodka sulla Piazza Rossa di Mosca. In passato ha sfoggiato magliette con l’immagine del leader russo, mostrando un’adorazione sconfinata che non ha vacillato nemmeno di fronte all’invasione dell’Ucraina. Il suo spirito anti-europeo viene rinforzato da decisioni e commenti che non tengono conto delle politiche del suo governo di appartenenza, alimentando una strategia personale che mira a mantenere il controllo della Lega, nonostante il calo di consensi.
All’interno del suo stesso partito, la discordia è palpabile. Esponenti significativi come Luca Zaia manifestano il loro dissenso in modo sottile, mentre i presidenti di regione Fedriga e Fontana gestiscono con difficoltà le ripercussioni delle scelte di Salvini sui loro territori. Il motivo di contesa è il DECRETO sull’Autonomia differenziata, oltre alla fuga degli elettori dal Sud nonostante promesse come quella del Ponte sullo Stretto, ancora irrealizzato.
In uno scenario politico turbolento, Salvini si contrappone alla linea ufficiale del governo su temi cruciali come il riarmo europeo, mantenendo la sua fedeltà a Trump e ai dazi da lui proposti, definiti inspiegabilmente un’opportunità per le imprese italiane. Le sue prese di posizione, spesso estemporanee, infiammano i dibattiti politici e generano discussioni tra i suoi alleati. Nonostante gli inviti a moderare i toni, Salvini prosegue imperterrito, convinto della validità delle sue alleanze internazionali e della politica di rottura che porta avanti.
Le sue dichiarazioni sollevano polvere anche oltre i confini nazionali; basti pensare al recente elogio a Victor Orbán, leader ungherese non considerato esattamente un faro di idee democratiche. La fedeltà a personaggi al limite del controverso e l’ironia sui partner dell’UE, come il presidente francese Macron e Ursula von der Leyen, evidenziano il suo isolamento nel panorama politico europeo.
In un momento storico delicato, con equilibri fragili, la posizione di Salvini mette in difficoltà la coerenza dell’esecutivo italiano. Nonostante tutto, l’ex Ministro dell’Interno sogna di tornare a ricoprire quella carica, forse sperando di ricostruire una sua immagine di leader carismatico che sembra scivolare via, mentre il suo partito affronta una crisi di identità e consensi.