Matteo Salvini prosegue con determinazione nel suo percorso politico, cercando di incarnare una figura politica simile a quella di Donald Trump. Attraverso una serie di dichiarazioni e interventi sui social media, il leader della Lega tenta di consolidare il suo status come il più “trumpiano” dei leader europei. Tuttavia, all’interno della Lega, vi è chi non concorda appieno con questo avvicinamento alle posizioni dell’ex presidente americano.
Nella discussione politica, le affermazioni di Salvini dominano la scena. Ad esempio, il recente supporto a Donald Trump da parte del vicepremier ha destato scalpore, soprattutto quando solo lui e Viktor Orbán si sono schierati apertamente a favore dell’ex presidente Usa, senza riservare alcun commento positivo per il leader ucraino. Salvini continua a sottolineare che l’Unione Europea adotta toni troppo aggressivi mentre, a suo avviso, solo gli Stati Uniti stanno cercando di riportare la pace in Ucraina.
Durante un colloquio interno della Lega, alcuni esponenti avevano sollecitato Salvini alla prudenza nei confronti di Trump. Massimiliano Romeo, capogruppo al Senato, e Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli-Venezia Giulia, avevano messo in guardia da un appoggio incondizionato al tycoon americano. Le loro preoccupazioni riguardavano soprattutto le politiche economiche e la possibilità che Trump potesse modificare improvvisamente linea politica, lasciando la Lega sprovveduta.
Nonostante ciò, Salvini sembra deciso a cavalcare un vento di cambiamento che soffia da destra, come dimostrato dal suo plauso ai risultati di AfD in Germania e al sostegno per Calin Georgescu, controverso esponente dell’estrema destra romena. Il leader della Lega sembra voler utilizzare la figura di Trump come trampolino per molte delle sue mosse politiche.
L’atteggiamento di Salvini non manca di suscitare timori tra alcuni leghisti, soprattutto riguardo ai recenti dazi imposti dagli Stati Uniti. Le sue parole in materia («Chi ha paura di Trump teme il futuro, i contro-dazi di von der Leyen fanno ridere») hanno allarmato molti operatori economici in Lombardia e Veneto, due regioni italiane che basano gran parte del loro sviluppo sull’export. In quest’ottica, il governatore Luca Zaia ha espresso pubblicamente il suo disappunto.
In questo contesto, emerge una divisione interna alla Lega. L’anima più moderata del partito, che già in passato aveva manifestato scetticismo verso legami troppo stretti con leader autoritari o sovranisti, non condivide l’approccio spregiudicato del segretario. La simpatia rinnovata verso Vladimir Putin, ad esempio, ricorda vecchie controversie interne legate ad accordi con la Russia.
Infine, mentre Salvini brinda simbolicamente con vodka in eventi mondani nel tentativo di rafforzare certi legami, i suoi oppositori invitano a considerare le conseguenze ampie e complesse di tali gesti, specialmente alla luce dei conflitti geopolitici in corso. Sebbene si riconosca che l’ascesa di Trump abbia aperto nuove dinamiche di pace in Ucraina, vi è chi preferisce mantenere un approccio più cauto e analitico verso tali sviluppi.