A Palazzo Chigi la giornata si apre con una nota di tensione. Le recenti dichiarazioni di Daniela Santanchè diffuse dai media hanno sollevato un certo malumore nelle stanze del potere. Tuttavia, pare che dopo un giro di telefonate che ha coinvolto anche Ignazio La Russa, presidente del Senato, la ministra del Turismo abbia cercato di chiarire la situazione: possiede una registrazione che testimonierebbe la verità dei fatti. Secondo Santanchè, non avrebbe mai espresso disinteresse verso il partito, ma piuttosto verso le critiche ricevute. Nonostante ciò, alcuni mezzi di informazione hanno diffuso file audio che sembrano smentirla. Fonti vicine alla ministra sostengono che ci siano stati tagli manipolativi nei suddetti audio.

Con lo spettro delle dimissioni sullo sfondo, Santanchè ha ribadito la sua lealtà al partito e la disponibilità a lasciare l’incarico qualora Giorgia Meloni lo richiedesse. Questa dichiarazione arriva in un momento delicato poiché oggi la Cassazione è chiamata a decidere se il tribolato processo riguardante le casse integrazione della società Visibilia, avvenuto durante il periodo Covid, debba rimanere a Milano o essere trasferito a Roma. Questo tema si intreccia con l’indagine aperta su Giorgia Meloni relativa al caso Almasri, un fatto che potrebbe innalzare ulteriormente il livello di tensione con la magistratura, forse ribaltando la situazione in favore di Santanchè.

Nel frattempo, la storica amicizia tra La Russa e Santanchè è finita sotto i riflettori, soprattutto dopo che quest’ultima ha affermato di non essere mai abbandonata da lui. Per il partito Fratelli d’Italia, tali dichiarazioni non sono state apprezzate, anche se La Russa ha sottolineato che l’amicizia trascende la politica, rimanendo costante indipendentemente dal suo ruolo ministeriale.

Sul fronte politico, le opposizioni non risparmiano critiche. Da +Europa, Riccardo Magi accusa la ministra di mettere in scena un arrocco che discredita il governo e il suo partito. Angelo Bonelli di Avs esprime il suo stupore riguardo alla permanenza della ministra indagata. Nel Partito Democratico, Pierluigi Bersani, ospite su La7, paragona Santanchè alla Marchesa del Grillo, accusandola di decidere arbitrariamente la compatibilità del suo processo con il ruolo istituzionale.

Anche dal Movimento 5 Stelle giungono attacchi: Sabrina Licheri definisce la situazione in Fratelli d’Italia una “soap opera” che grava sulle spalle delle istituzioni. Dal centrodestra, invece, si attendono risposte concrete. Il capogruppo di FdI alla Camera, Galeazzo Bignami, rimarca che le scelte personali della ministra devono essere rispettate, mentre da Forza Italia, Giorgio Mulè difende la mancanza di pressioni sulla ministra per dimettersi come un atto di rispetto della civiltà giuridica.

La situazione resta intricata e dinamica, con molti attori coinvolti in un delicato bilico politico, e si attendono sviluppi nelle prossime settimane.

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