Dopo l’attacco del 7 ottobre ad Israele, la crisi si è estesa in tutta la regione mediorientale, toccando anche la Siria. Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, sottolinea che l’aggressione terroristica di Hamas ha innescato gravi tensioni nell’area, con il governo italiano impegnato a tentare di arginare l’escalation durante il mandato di presidenza del G7. Ora, con la Siria al centro del focolaio, si assiste alla caduta del regime di Assad, sostenuto precedentemente da Hezbollah e dall’Iran, entrambe forze indebolite. Anche la Russia, pur avendo una presenza militare significativa in Siria, si trova distratta dal conflitto ucraino.
In questi frangenti complessi, la priorità assoluta risiede nella sicurezza dei cittadini italiani presenti in Siria, dove l’Italia ha recentemente inviato un ambasciatore per sostenere la popolazione civile, nonostante la scelta di non consegnare le credenziali al regime siriano. In questa fase delicata, l’obiettivo politico è mantenere stabile l’integrità del Paese, proteggere le minoranze religiose ed etniche, e prevenire flussi migratori incontrollati che potrebbero avere ripercussioni sulla sicurezza nazionale e su quella europea.
La sicurezza dei cittadini italiani in Siria è monitorata costantemente, con il ministero degli Esteri in stretto contatto con l’ambasciatore. Negli ultimi giorni, alcuni connazionali sono stati trasferiti con successo in Libano con l’assistenza delle autorità diplomatiche italiane. La situazione sul campo è incerta, con episodi di criminalità che incrementano i rischi per il personale e i cittadini italiani.
Per quanto riguarda le minoranze cristiane in Siria, il governo italiano mantiene un dialogo attivo con la Santa Sede e con le comunità religiose locali. Eventi come il recente attacco al Terra Sancta College mettono in luce la necessità di salvaguardare questi gruppi vulnerabili. Le autorità turche, con cui l’Italia ha avviato colloqui, hanno dichiarato l’impegno a garantire il rispetto delle promesse da parte dei ribelli.
In un quadro di profonda incertezza, sorge anche il timore di nuovi flussi migratori verso i paesi vicini già sotto pressione, come il Libano. Il desiderio dell’Italia, condiviso con gli alleati europei, è quello di una Siria libera e pacificata, avviando quanto prima una ricostruzione sostenibile e chiedendo garanzie a chi prenderà le redini del Paese. La varietà delle componenti ribelli impone attenzione per evitare derive estremiste, un compito in cui l’Italia continuerà a promuovere il dialogo politico.
Nell’ambito del G7, è necessaria la cooperazione globale per gestire la crisi siriana, coinvolgendo più nazioni possibili. L’Unione Europea e le Nazioni Unite sono chiamate a svolgere un ruolo cruciale nella ricerca di una soluzione duratura per il Paese, per ristabilire pace e sicurezza nella regione.